Riportare una storia nei luoghi da cui era partita: è successo il 30 ottobre al Metis Bookshop di Berlino, dove lo scrittore mantovano Emanuele Bellintani ha presentato il suo secondo romanzo, “Ho ancora una valigia a Berlino”, edito da Cronache Ribelli.
L’incontro, promosso dalle sezioni Anpi del Brandeburgo, ha richiamato un pubblico attento e partecipe, offrendo l’occasione di intrecciare letteratura, memoria storica e riflessione civile.
Ambientato nel 1951, il romanzo conduce il lettore in un’Europa ancora segnata dalle macerie della guerra e attraversata dalle tensioni della Guerra Fredda. Sullo sfondo della Guerra di Corea, del riarmo della Germania e della repressione dei movimenti dei lavoratori, prende forma la vicenda di Ester Ferri, giovane funzionaria del Pci mantovano in viaggio verso Berlino Est per partecipare al Festival Mondiale dei Giovani e degli Studenti per la Pace, evento di portata internazionale oggi quasi dimenticato.
Durante il festival, tra dibattiti e manifestazioni di solidarietà, Ester incontra un attore tedesco dal passato enigmatico: un incontro che diventa un riflesso delle contraddizioni di una Germania ancora in bilico tra il peso della memoria e la necessità di ricostruzione. Attraverso le sue esperienze, Bellintani intreccia storie individuali e collettive, restituendo un affresco intenso e umano di un’epoca di ideali e paure globali.
L’autore ha spiegato come il personaggio di Ester sia nato ispirandosi alla figura reale della compianta Maria Zuccati, mantovana che partecipò al festival del 1951 insieme a decine di migliaia di giovani da tutto il mondo. Con questa prospettiva, Bellintani sceglie di raccontare la Storia attraverso persone comuni, quelle che vivono gli eventi dall’interno, con le loro emozioni, le scelte e le contraddizioni quotidiane.
“Ho ancora una valigia a Berlino” è così un romanzo che parla di pace, disarmo e identità, utilizzando il passato per interrogare il presente.
