Palazzo Ducale, dal 18 marzo “Michelangelo: i bronzi della passione” aprirà il programma espositivo 2022

MANTOVA – Il programma espositivo di Palazzo Ducale per l’anno 2022 si aprirà il prossimo 18 marzo con “Michelangelo: i bronzi della passione”. La mostra ripercorre le vicende di tre sculture in bronzo raffiguranti Cristo crocifisso e i due ladroni: eseguite da un ignoto scultore lombardo, le opere derivano senza dubbio da disegni e modelli del “divino” artista toscano.

Attraverso un breve ma accurato percorso espositivo, la mostra intende illustrare al pubblico i tre magnifici bronziraccontandone l’articolata vicenda e misurando l’influenza di Michelangelo nell’ambiente mantovano. Alcuni disegni antichi, realizzati a Mantova nel 1582, attestano infatti il passaggio di modelli di Michelangelo nella città dei Gonzaga.

Le figure magistralmente modellate nella materia rappresentano Cristo e i due ladroni crocefissi sul Golgota: questo tema iconografico viene definito “Calvario”, dal nome latino della collina appena fuori dalle mura di Gerusalemme su cui, secondo la narrazione dei vangeli, salì Gesù per esservi crocifisso. L’opera, appartenuta all’inizio dell’Ottocento all’artista neoclassico Giuseppe Bossi, è conservata nelle Raccolte di Arte Applicata del Castello Sforzesco a Milano. Grazie al prestito concordato tra le due istituzioni, sarà possibile ammirare i bronzi a Palazzo Ducale di Mantova dal 18 marzo fino al 15 giugno 2022 all’interno di un allestimento appositamente progettato nell’Appartamento Ducale lungo il percorso di Corte Vecchia con il normale biglietto del museo.

“La vivacità di Giulio Romano, capace di formare una scuola locale con un suo autonomo sviluppo – dice Stefano L’Occaso, direttore di Palazzo Ducale -, ha messo in secondo piano a Mantova, rispetto per esempio a Roma o a Firenze, l’influenza del “divino” Michelangelo. Ma anche gli artisti che operarono nella città dei Gonzaga dovettero fare i conti con quel gigante. Questa mostra affronta un singolo progetto michelangiolesco, legato a un Calvario, del quale ci sono tracce a Mantova nel 1582, quando l’artista era già morto, e i cui riflessi si colgono, in un labirintico gioco di specchi (tra copie e derivazioni, citazioni dissimulate e variazioni), in questa e numerose altre città. Con questo piccolo ma prezioso tassello espositivo confidiamo di illuminare un ulteriore aspetto della straordinaria vitalità artistica della città di Mantova nel Cinquecento. Vi aspettiamo a Palazzo Ducale per il primo di un trittico di importanti eventi espositivi che abbiamo voluto organizzare per questo nuovo anno da poco iniziato”.

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