CAMPITELLO (MARCARIA) – Contro la violenza sulle donne e il femminicidio occorrono azioni a livello culturale: è questa l’analisi del giornalista e scrittore Giuseppe Rinaldi, protagonista dell’evento “Femminicidi e misteri irrisolti” presso l’Academy di Raccorderie Metalliche a Campitello di Marcaria. “Con cosa nutriamo, quali sono valori, i messaggi che comunichiamo a questi ragazzi? – si chiede Rinaldi – Dobbiamo guardare avanti e impedire che possano crescere altri Turetta. E questo lo possiamo fare solo intervenendo sul tessuto sociale, agendo in maniera esplicita. Bisogna far diventare questi ragazzini degli uomini. Nel momento in cui eviti qualsiasi problema, perché tuo figlio non debba soffrire, nel momento in cui questi ragazzini hanno un problema, non sanno come superarlo. E a quel punto fanno la cosa più vile e più bieca: cancellare l’altro”.
L’incontro di ieri sera è stato l’occasione per presentare “Il Mostro è libero”, ultimo libro del popolare giornalista e scrittore, che tratta la celeberrima vicenda del Mostro di Firenze. Rinaldi è convinto che Pacciani e i compagni di merende non siano i veri colpevoli. “Ho poche certezze nella vita, però credo che Pacciani, Vanni e Lotti non siano davvero il mostro a tre teste che viene descritto dalle sentenze. Quelle sentenze hanno una valenza anche politica: in quegli anni bisognava chiudere questa vicenda. Pacciani, Vanni e Lotti non sono il mostro perché non avevano la struttura mentale e la capacità di compiere quegli atti”.
L’incontro ha chiuso la rassegna “Per dire di no” promossa da Raccorderie Metalliche, insieme a Comune di Marcaria e biblioteca: “Ci hanno invitato a fare questi eventi, mirati sulla violenza sulle donne – dice Antonella Ceccardi, consigliere di Raccorderie Metalliche – e quindi negli ultimi due anni abbiamo tenuto questi incontri, cercando di toccare diverse tematiche. Non solo la violenza fisica sulle donne, ma anche verbale”.