Suinicoltura in crisi, ma c’è chi investe. A Sustinente la porcilaia hi-tech di Veronesi

SUSTINENTE – Oltre un milione di euro di investimento in un settore oggi fortemente colpito dalla crisi. Eppure, Claudio Veronesi, allevatore di maiali di Sustinente, il bicchiere lo vede mezzo pieno. “Se fossi partito oggi con i lavori, avrei speso almeno il 50% in più, visti i rincari che hanno colpito anche l’edilizia”, butta lì come se fosse uno scherzo, anche se sa benissimo che non lo è.

E così, all’inaugurazione di quello che tecnicamente viene definito un “sito 2”, che per i non addetti ai lavori è una porcilaia per lo svezzamento dei suinetti da 7 a 30 chilogrammi – prima di proseguire il percorso di ingrasso (in altro sito) fino alla stazza dei 160-176 chilogrammi per la destinazione della filiera del Prosciutto di Parma e San Daniele – c’erano presenti tutti i big del settore. Dal presidente nazionale di Coldiretti, Ettore Prandini, al presidente mantovano Paolo Carra, il direttore di Coldiretti Mantova Erminia Comencini, ma anche il sindaco di Serravalle a Po Tiberio Capucci, Aldo Levoni amministratore delegato di Levoni Spa, il dirigente veterinario dell’Istituto zooprofilattico sperimentale della Lombardia ed Emilia-Romagna, Loris Alborali, uno dei massimi esperti di benessere animale, aspetto che il nuovo polo produttivo costruito a Sustinente da Veronesi ha messo al centro della progettazione e lo ha declinato in ogni sua forma, dagli spazi ai sistemi di alimentazione, dalla coibentazione alle ventilazione.

“Soluzioni che, in diverso modo, concorrono a migliorare le performance aziendali, riducendo i costi di gestione, migliorando l’animal welfare e la qualità delle produzioni”, elenca Veronesi, storico allevatore del Mantovano e rappresentante per la parte allevatoriale in Commissione unica nazionale dei suini grassi da macello.

Fra le nuove tecnologie introdotte nel nuovo sito produttivo, che può ospitare complessivamente 4.200 suinetti divisi in sei sale, “un sistema di alimentazione automatizzato, in grado di somministrare per ogni singola razione il livello corretto di idratazione, in modo da migliorare la digeribilità e dosare il quantitativo di acqua in base alla temperatura”, spiega Veronesi, che lavora in azienda insieme alla moglie Marilena e ai figli Mattia (veterinario) e Silvia, che si occupa della contabilità.

Il monitoraggio dei quantitativi di mangime, la composizione, i volumi di acqua per la bagnatura possono poi essere controllati da remoto su computer o via smartphone, così da mantenere sott’occhio in qualsiasi momenti sia le quantità che i costi.

A prova di climate change la coibentazione adottata, dalle pareti al soffitto, grazie a uno strato di 12 centimetri di composti a base di stirene, così da garantire un elevato livello di isolamento termico. “In questo modo – spiega Claudio Veronesi – insieme a un sistema di ventilazione tedesco di ultima tecnologia, che assicura un dialogo costante fra le temperature interna ed esterna e un sistema di apertura delle finestre e delle ventole in aspirazione, abbiamo un risparmio energetico stimato intorno al 60 per cento”.

Elevati livelli di benessere anche a terra, grazie a cuccette riscaldate per l’inverno e a pavimenti grigliati per la gestione dei reflui, che alternano aree su plastica per il massimo confort e altre zone su cemento attivo auto-sterilizzante, per la salute degli unghioni.

Gli investimenti in programma. L’azienda Veronesi sta investendo anche per migliorare la sostenibilità ambientale, grazie alla copertura delle vasche di stoccaggio e un impianto fotovoltaico su una superficie di 10.000 metri quadrati di tetti aziendali, così da ridurre l’impatto della bolletta energetica sul bilancio aziendale.

Il commento di Coldiretti. “L’investimento aziendale di Claudio Veronesi certifica la visione imprenditoriale di alcuni allevatori che gettano il cuore oltre l’ostacolo e, forti di una struttura familiare efficiente, investono puntando con lungimiranza su elementi strategici come l’innovazione digitale e il benessere animale, lavorando in filiera, così da ottimizzare la gestione”, commenta Paolo Carra, presidente di Coldiretti Mantova.

Mercato in difficoltà. Il settore è alle prese con gravi difficoltà legate alla mancanza di redditività, causati prevalentemente da costi di produzioni in forte aumento, per i listini impazziti dei mangimi e un mercato che, seppure in crescita, non è adeguato rispetto alle attese e agli scenari internazionali. Oggi, conti alla mano, il costo medio per produrre un chilogrammo di carne suina si aggira poco al di sopra dei 2 euro, quando le quotazioni in Cun indicano valori di 1,61 euro al chilo.

In aggiunta – sottolinea Coldiretti Mantova – resta il nodo della peste suina africana, che con oltre due milioni di cinghiali liberi di circolare in Italia mette a rischio una filiera che dal suino ai salumi vale oltre 20 miliardi di euro.