Straccetto, il madonnaro che divenne il simbolo della Fiera

Toto De Angelis era sicuramente una delle figure più conosciute dalle migliaia di persone che ogni anno a ferragosto affollano la grande piazza del santuario di Grazie per osservare i madonnari.
Straccetto, soprannome ereditato dallo zio che faceva lo straccivendolo, era arrivato a Grazie nel 1978 come venditore di lavanda profumata.
“Nel 1982, insieme a degli amici, decide di iscriversi alla rassegna e partecipare. Così, un po’per scherzo – come si legge nel libro a lui dedicato “Io Straccetto artista di strada” un po’ per il sapore della sfida, un sapore che conosce bene. Da quel momento, da quell’anno, Toto De Angelis sarebbe diventato il simbolo vivente dwgli artisti del gessetto sulle rive dei Mincio: con la sua inconfondibile fisicità, con il suo slang capitolino, con la naturalezza di un uomo abituato a vivere sulla strada e quindi in mezzo alla gente, Straccetto divenuto un’icona, tanto da identificarsi idealmente con il concorso dei Madonnari delle Grazie; il caldo, il sudore e la fatica dell’artista erano immediatamente ravvisabili. Toto era nato nel popolare quartiere della Garbatella a Roma nel 1948.
“Un giorno di maggio 2011 ero seduto in un bar con “il maestro” (come amava farsi chiamare) e con Mariano Bottoli – scrive Giuseppe Callegari – Mi lamentavo per il mal di pancia. E allora Straccetto mi ha risposto: Sangiusè vedrai che passa, io invece sto morendo’. Così è stato, in una notte di fine settembre, a Roma, circondato dall’affetto della sua numerosa famiglia, ha salutato e se n’è andato. Ma prima è venuto a Grazie per la Fiera a prendersi ‘il dovuto’ cioè la promozione a Maestro Madonnaro con una commovente ovazione della piazza”.
In questo bellissimo video di Gian Maria Pontiroli si può rivivere quello che Straccetto era e rappresentava per Grazie, per i madonnari e per la Fiera di cui divenne il simbolo 

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