11 luglio, la data “azzurra” di un Paese che oggi come 39 anni fa sogna di rinascere

11 luglio, la data “azzurra” di un Paese che oggi come 39 anni fa sogna di rinascere

MANTOVA – Era una giornata calda e soleggiata l’11 luglio 1982, probabilmente più calda di ieri e anche allora era domenica. E proprio come quella di ieri era stata una giornata di febbrile attesa, tra pronostici e molti scongiuri, di una finale.
Quella che di li a poche ore, con la vittoria sulla Germania Ovest a Madrid, avrebbe consacrato la nazionale azzurra di Bearzot campione del mondo e l’avrebbe fatta entrare nel mito.
Ricordi ed emozioni che non si cancelleranno mai per tutta quell’Italia che 39 anni fa era davanti ai teleschermi a soffrire e a gioire per Zoff e compagni, a sorridere orgogliosa guardando il presidente Pertini in tribuna al Bernabeu che, incurante del protocollo, esultava ad ogni rete degli azzurri. Un’Italia che poté lasciarsi finalmente andare a una gioia incontenibile al triplice fischio del brasiliano Coelho, a quel “Campioni del mondo” che Nando Martellini urlò tre volte, tre come quegli splendidi goal azzurri che consegnarono un’impresa sportiva alla storia, alla memoria collettiva di un intero Paese.
E domenica 11 luglio 1982 ne ha avute tante di analogie con domenica 11 luglio 2021 che ieri abbiamo vissuto. Certo c’è la splendida vittoria degli azzurri di Mancini agli Europei con Chiellini che ha alzato in alto la Coppa al cielo come fece Zoff 39 anni fa, c’è il presidente Mattarella che si esalta in tribuna e a tanti ricorda Pertini, c’è anche un gruppo solido e compatto come lo era quello di Bearzot ma questo, a onor del vero, c’era anche nel 2006 con la nazionale di Lippi che si laureò campione del mondo in Germania.
E allora cos’è che rende tanto simile questo 11 luglio a quello di 39 anni fa? Forse è l’Italia stessa, e allora come oggi la sua voglia di rinascita, allora di uscire dagli anni bui del terrorismo che piegarono il Paese tra stragi e attentati, oggi di poter tornare a sperare dopo i drammi della pandemia e della crisi economica a questa conseguente.
I goal di Rossi, Tardelli e Altobelli furono l’incredibile primo atto di una ripresa del Paese, che il giorno dopo del Bernabeu si svegliò con un’immagine finalmente vincente che non avrebbe mai smesso per tutto il decennio successivo.
Era l’Italia che finalmente guardava al futuro, che provava, e sarebbe poi riuscita, a uscire dal buio. Corsi e ricorsi storici, come questo splendido 11 luglio che d’ora in avanti sarà a. buon ragione, la data azzurra. E se è vero come hanno scritto i campioni dell’82 ai loro “nipoti” del 2021 “che le storie belle non finiscono mai”, e questi ragazzi ieri sera ce lo hanno dimostrato, allora vale davvero la pena di crederci…