600 milioni per il settore agricolo: Confagricoltura, Cortesi: “Bene, ma servono maggiori investimenti”

Alberto Cortesi, presidente Confagricoltura Mantova

MANTOVA – L’annuncio è arrivato ieri: nella prossima manovra economica saranno previsti 600 milioni di euro (in tre anni) per il settore agricolo.

A dirlo è stato il ministro per le Politiche Agricole Teresa Bellanova, nel corso di una conferenza stampa al Mipaaf: “L’agricoltura è tornata nell’agenda economica da protagonista – ha detto il ministro – con l’attenzione che merita”.

In cosa consiste la manovra

Viene confermato l’azzeramento dell’Irpef per coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. La misura varrà 200 milioni di euro all’anno, e si aggiunge alla cancellazione stabile dell’Imu sui terreni agricoli e dell’Irap, per un beneficio complessivo pari a circa 1 miliardo di euro annuo.

Altri 80 milioni di euro saranno destinati al ristoro dei danni causati dalla cimice asiatica, vera e propria emergenza nel 2019.

Giovani e donne saranno i protagonisti della manovra 2019-2020.

Per i giovani infatti è previsto l’azzeramento dei contributi previdenziali per i primi 24 mesi dall’apertura di un’impresa agricola. Sono stati stanziati in totale 44 milioni di euro per la nascita di nuove aziende e per la semplificazione relativa alle start- up agricole condotte da Under 40. Per le donne invece pronto un fondo rotativo da 15 milioni di euro che garantirà mutui a tasso zero per coloro che sono imprenditrici (o che lo vogliono diventare).

30 i milioni di euro stanziati a sostegno dell’agroalimentare Made in Italy (per il biennio 2020- 2021) sempre 30 i milioni finalizzati a facilitare l’accesso al credito per chi vuole investire in innovazione tecnologica, agricoltura di precisione e tracciabilità.

“Apprezziamo gli sforzi messi in campo dal Ministero per le Politiche Agricole – dice il presidente di Confagricoltura Mantova, Alberto Cortesi – ma riteniamo che le risorse stanziate, alla luce soprattutto della loro distribuzione triennale, siano ancora troppo esigue, soprattutto per quanto riguarda la fondamentale partita dell’innovazione. Il settore primario ha bisogno di un piano più a lungo termine e di maggiori investimenti, che aiutino le aziende a innovarsi e a migliorare ancora di più la qualità dei loro prodotti, che già è altissima. Certamente positivo il non aver aumentato la tassazione per gli imprenditori agricoli, così come plaudiamo ai fondi stanziati per i giovani e le donne”.