A Pegognaga il credo pragmatico di Zilocchi fa la differenza nella corsa a sindaco

Zilocchi festeggia affiancato dalla mamma e da un gruppo di collaboratori dopo la conferma a sindaco

PEGOGNAGA – 569 voti di differenza confermano Matteo Zilocchi (Civici Uniti) primo cittadino di Pegognaga per il secondo mandato. Si tratta di un vero e proprio premio elettorale che la maggioranza degli elettori pegognaghesi, 2199 su un totale di 3925 votanti, ha riversato sull’uomo guida della lista civica, per confermare di fatto l’intera squadra di suoi collaboratori, a cominciare dal suo vice Antonio Lui. Il quale è stato frequente bersaglio degli strali degli avversari, in quanto militante dichiaratamente di sinistra, ma il primo a fare distinzione tra militanza e competenza amministrativa sopratutto nella gestione di un piccolo ente locale.
Distinzione che ha costituito poi il credo pragmatico di Zilocchi, tant’é che nel corso del mandato appena concluso, il sindaco, per un cambio di marcia nella progettualità e per lo sviluppo del territorio, ha ritenuto di collaborare gomito a gomito con Alberto Borsari, presidente del Consorzio Oltrepò Mantovano, divenendone suo vice. 2199 sono i pegognaghesi che hanno preferito dare il proprio consenso a Zilocchi, sulla base delle capacità amministrative dimostrate dalla sua squadra, in particolare nella ricostruzione post-sismica e quindi sulla volontà del fare. Non è improbabile che proprio sulla scia della scelta di campo amministrativo fatta da Lui, abbia particolarmente inciso su buona partedell’elettorato anche l’azione di un nutrito gruppo di donne, che stimolate dall’ex assessore esterno Pd Francesca Tellini della amministrazione di centrosinistra del primo mandato-Melli, quali Gloria Ramelli ed Elide Bisi, pur esse di sinistra, Gabriella Lasagna per quarant’anni consigliera democratico cristiana di minoranza, Tiziana Lasagna neocandidata di Civici Uniti e Manuela Tirelli, assessore al bilancio uscente, le quali hanno fortemente reclamato il ruolo di capacità e competenze delle donne a prescindere dalla rispettiva militanza politica, nella gestione del Comune.
Cosicché a quota 1630 si sono fermati i consensi conferiti a Viola Messori, rappresentante Pd nella coalizione di centrosinistra formata dal gruppo RiAttiviamo Pego, composto dal Movimento Cittadini Attivi, oltre che dal Pd, e sostenuto all’esterno da Alleanza Verdi-Sinistra e dalla neoformazione Libertà e Partecipazione. Una sconfitta che ha il sapore di amara débacle non preventivata, soprattutto alla luce dei successi conseguiti dal mentore di Viola Messori, ovvero lo stesso segretario del circolo comunale Pd pegognaghese Marco Carra, ex parlamentare nazionale. Il quale, in forza di un costante presenzialismo sull’intera provincia nella corsa al Consiglio di Regione Lombardia, è riuscito nelle ultime elezioni per il Pirellone a raccogliere più voti di quello che veniva additato quale candidato ufficiale mantovano del Pd, sorpassandolo nella conquista del posto nel Consesso Lombardo. Sulla base del successo del suo segretario Viola Messori, sottoponendosi a una pesante sequela di sacrifici personali e della sua famiglia, ha condotto una campagna elettorale intensa e pressante, anche nella speranza di tracciare una nuova pagina nei centoventi anni di storia del Comune di Pegognaga qualora eletta sindaco: sarebbe stata la prima donna in assoluto. Ma qualcosa invece è andato storto.

Riccardo Lonardi

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