Al cimitero degli Angeli alla scoperta delle donne mantovane mazziniane

Al cimitero degli Angeli alla scoperta delle donne mantovane mazziniane

MANTOVA – Un percorso storico tutto al femminile che ha riportato il cimitero Monumentale degli Angeli indietro di quasi due secoli. E’ quanto accaduto oggi pomeriggio con la conferenza-evento “Percorso Femminile: Mazzini e le donne, alla scoperta delle patriote italiane”, con tanto di figuranti in costume molto apprezzati da chi ha preso parte all’iniziativa, ma che hanno attratto l’attenzione anche di chi si trovava all’interno del cimitero per una visita sulla tomba dei propri cari.
L’iniziativa, promossa da Comune di Mantova e Tea nell’ambito della Settimana dei Cimiteri Storici Europei, WDEC 2022, si è aperta oggi e proseguirà sino al 5 giugno.
L’evento, che rientra in un più vasto programma a supporto della valorizzazione storico – artistica del Monumentale e che quest’anno si lega anche al 150° anniversario della scomparsa di Giuseppe Mazzini – è stata realizzata in collaborazione con l’Istituto Mantovano di Storia Contemporanea di Mantova e l’Associazione 8cento APS.
Durante l’evento gli storici mantovani Maurizio e Costanza Bertolotti raccontano al pubblico le biografie di Adele Marin Nievo, Elena Casati Sacchi e  Matilde Ferrari, sostando presso le loro tombe di famiglia, con il seguente itinerario e programma:

Prima tappa  – Tombe di Elena Casati Sacchi e Achille Sacchi

Maurizio Bertolotti illustra la figura di Elena Casati Sacchi nell’ambito del mazzinianesimo femminile italiano; Costanza Bertolotti legge alcune lettere di Elena Casati Sacchi; i figuranti in costume ottocentesco, depongono i fiori sulla tomba di Elena Casati.

Seconda tappa – Tomba di Matilde Ferrari

Maurizio Bertolotti illustra la figura di Matilde Ferrari nell’ambito del patriottismo mantovano di ispirazione mazziniana; Costanza Bertolotti legge alcune lettere di Matilde Ferrari; a conclusione un valzer.

Terza Tappa – Tomba famiglia Nievo

Maurizio Bertolotti illustra i rapporti tra Ippolito Nievo e il mazzinianesimo; Costanza Bertolotti legge alcune lettere di Ippolito Nievo alla madre; rievocatore garibaldino con sottofondo musicale

Note biografiche 

Adele Marin Nievo (1809-1881), una madre

Adelaide Gaetana Marin, meglio nota come Adele, nacque a Verona nel 1809 dal nobile veneziano Carlo Marin e dalla nobile friulana Ippolita Colloredo Mels, erede dei signori del Castello di Colloredo di Monte Albano. Nel 1830, all’età di 21 anni, sposò il mantovano Antonio Nievo, dottore in legge, all’epoca impiegato presso il tribunale di Padova. All’anno seguente data la nascita del primogenito Ippolito, il futuro autore delle Confessioni di un Italiano. Nel 1848 tanto il padre quanto il figlio furono coinvolti nella rivoluzione del 1848, ciò che comportò per Antonio l’espulsione dai ranghi dell’amministrazione giudiziaria. In questi frangenti Adele fu vicina al marito e al figlio, dei quali condivideva gli ideali patriottici. Lo testimoniano le numerose lettere che Ippolito le scrisse e che lasciano indovinare un’interlocutrice intelligentemente e appassionatamente partecipe delle vicende della rivoluzione nazionale.

Adele morì a Mantova nel 1881. La lapide sulla sua tomba ricorda tra l’altro quanto amaramente pianse la tragica scomparsa del figlio, perito nel marzo 1861 nel naufragio dell’Ercole , il vapore sul quale aveva caricato le preziose carte dell’amministrazione dell’impresa meridionale, di cui era stato, con Giovanni Acerbi, il principale responsabile.

Elena Casati Sacchi  (1834-1882), una moglie

Elena Casati nacque a Como nel 1834 da una ricca famiglia di idee mazziniane. Dopo la rivoluzione del 1848, con la madre Luisa Riva e le sorelle Adele e Alina (il padre era morto nel 1841), riparò a Zurigo, dove entrò in relazione con Mazzini e con i suoi più fidati collaboratori che la madre ospitava nella propria dimora. Qui nel 1853 conobbe il mantovano Achille Sacchi, estradato  in Svizzera per aver partecipato al tentativo insurrezionale mazziniano di febbraio e se ne innamorò. Lo incontrerà nuovamente nel 1857 a Genova , dove entrambi erano giunti per collaborare all’impresa di Carlo Pisacane. Si sposarono l’anno seguente. La vita della coppia ,da cui nacquero più di dieci figli, fu improntata all’ideale mazziniano della pari dignità dei coniugi e della condivisione nel matrimonio di cure domestiche e ideali politici. Anche dopo il matrimonio Elena fu costantemente impegnata a sostenere le iniziative mazziniane e garibaldine , a promuovere l’educazione del popolo e a propugnare l’emancipazione femminile. Morì a Mantova il 25 aprile 1882.

Matilde Ferrari (1830-1868), una fidanzata

Matilde Ferrari nacque a Mantova nel 1830 da Ferdinando, agricoltore e commerciante, e da Maria Ballet, figlia (o nipote) di un generale francese giunto nel Mantovano nel 1797 con l’esercito di Napoleone. La fedeltà ai principi dell’89, insieme alle aspirazioni all’unità e all’indipendenza dell’Italia caratterizzarono la cultura della famiglia, partecipe degli ideali democratici e repubblicani di Mazzini e di Garibaldi. Al 1849 risale l’incontro tra Ippolito Nievo e Matilde. Documento insigne del loro breve amore sono le settanta famose lettere che Ippolito scrisse alla giovinetta nel corso del 1850. Da queste emergono tratti significativi delle idee politiche e delle inclinazioni letterarie di Nievo, ma quasi nulla invece della personalità di Matilde. Recentemente tuttavia sono venute alla luce dieci lettere che Matilde inviò al fratello Luigi, esule in Messico dopo la rivoluzione del 1848. Questi testi ci consegnano l’immagine di una donna dal carattere risoluto, animata da un’intensa passione patriottica e insieme da una convinta aspirazione alla valorizzazione del ruolo della donna nella società.