MANTOVA – Le nuove sfide ambientali come opportunità di crescita per il settore sul piano della sostenibilità anche economica. Il quadro è stato tracciato dal presidente Marco Speziali, partendo dai momenti più caldi del 2020, caratterizzato dall’emergenza Covid durante l’assemblea di Confai. “Nonostante la pandemia – ha detto dal quartiere fieristico di Gonzaga – i servizi professionali degli agromeccanici non si sono mai fermati e, probabilmente, sono aumentati”.
Il dialogo di filiera resta però assente. “È il concetto di filiera che non esiste – ha spiegato Speziali -, dal momento che manca sempre l’anello di congiunzione fra produttore e il passaggio successivo, si tratti di uno stoccatore, un trasformatore o un intermediario”. Eppure, l’anello rappresentato dal comparto agromeccanico, che vale in Italia 4,5 miliardi di euro, è oggettivamente afferente all’attività agricola, ragione per cui è ormai improrogabile l’equiparazione dell’imprenditore agromeccanico all’imprenditore agricolo.
Un’agricoltura sempre più multifunzionale con un minor numero di imprese attive, ma fortemente specializzate e integrate: è questa la visione del futuro di Confai Mantova che ha sempre puntato all’innovazione delle tecnologie.
A livello europeo, la Commissione Ue ha presentato il grande disegno del Green Deal, all’interno del quale vi sono le strategie Farm to Fork e Biodiversity, che invitano gli imprenditori a fare in modo che l’ambiente e il paesaggio siano tutelati, valorizzati, rispettati.
“Con la popolazione mondiale che aumenta, l’agricoltura deve rispondere al fabbisogno di cibo in aumento, riducendo allo stesso tempo gli sprechi lungo la catena, ottimizzando l’uso del suolo e delle risorse idriche, sfruttando le opportunità che l’agricoltura di precisione offre – ha riassunto Speziali -. Ma se vogliamo un’agricoltura più verde e non coinvolgiamo il mondo del contoterzismo agricolo, parliamo per slogan e basta”.
E per parlare di agricoltura verde, si deve parlare di agricoltura di precisione, della digitalizzazione e della sicurezza sul lavoro.
“Il ministero delle Politiche agricole hai ipotizzato di stanziare 1,5 miliardi di euro nell’arco di tre o quattro anni – ha esordito Speziali – una cifra apparentemente ingente, ma se la dividessimo per le 18.000 imprese agromeccaniche professionali e le 400.000 imprese agricole professionali, ogni azienda avrebbe a disposizione fondi pari a 3.750 euro. Non è il momento delle polemiche, ma non possiamo limitarci ad applaudire le idee”.
Tra le vittorie sindacali del 2020 della Confederazione Agromeccanici e Agricoltori Italiani, ricordate dal presidente nazionale Gianni Dalla Bernardina, si inseriscono il disegno sventato da parte del governo di eliminare le agevolazioni sul gasolio agricolo e l’esenzione dall’applicazione delle nuove disposizioni in materia di depositi fino a 25 m³ e di impianti di distribuzione collegati a serbatoi fino a 10 m³ per il gasolio agricolo.
A livello regionale, dopo l’edificabilità in aree agricole, l’istituzione dell’Albo degli Agromeccanici e l’ampliamento del bando Faber alle imprese del settore, “la Lombardia si è dimostrata l’unica Regione che ha destinato 3 milioni di euro per finanziare un bando rivolto all’imprese agromeccaniche, finalizzato as acquistare nuovi mezzi a basso impatto ambientale. Una strategia sollecitata da Cai e prontamente condivisa dall’assessore Rolfi”.