Coldiretti: “Ambiente, territorio e impresa fondamenti dell’economia sociale”

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QUISTELLO – La nuova economia, anche in agricoltura, passa da intraprendenza, creatività, coraggio, attenzione alle comunità locali, ai lavoratori più fragili e, in ultima analisi, mira a distribuire il profitto tenendo conto che l’uomo ha una natura sociale.
È una nuova dimensione etica, sociale, spirituale e allo stesso tempo produttiva quella che il tradizionale convegno organizzato da Coldiretti e dalla Parrocchia di Quistello in occasione delle celebrazioni di Sant’Antonio Abate – patrono degli allevatori e protettore degli animali – affronta.
Ideatore degli stimolanti convegni, inaugurati nel 2012, l’imprenditore agricolo Mauro Piva, affiancato nella missione da Roberto Siliprandi, presidente di Coldiretti Quistello, dal sindaco Luca Malavasi e da don Roberto Buzzola priore di Quistello, al quale è stata affidata per il 2021 la statuetta di Sant’Antonio Abate, in occasione del ripristino dopo il terremoto della chiesa parrocchiale.
Dal Concilio Vaticano II alle diverse encicliche che si sono succedute nell’ultimo secolo, comprese la “Laudato Si’” e la “Fratelli tutti” emanate da Papa Francesco, don Bruno Bignami, direttore dell’Ufficio nazionale problemi del Lavoro e Sociali della Cei, ha ripercorso i principi cardine della dottrina sociale della Chiesa, finalizzati a considerare “l’economia al servizio dell’umanità, come già considerato da San Tommaso d’Aquino”.
La devozione verso Sant’Antonio Abate da parte degli allevatori e la tradizione di non macellare proprio in occasione della sua festività – ricorda don Bruno Bignami – si lega all’idea di salvaguardare l’animale nella sua dimensione di dono”.
E la riflessione su una “nuova economia sociale passa anche dall’idea che l’ambiente sia un bene collettivo, come ribadito da Papa Francesco nella Laudato Si’. Tutto questo non significa affatto rifiutare il progresso tecnologico, ma questo sforzo all’innovazione non deve mai perdere il gusto della fraternità”.
Un buon imprenditore deve “saper produrre nel rispetto della gestione dei beni comuni, trovando le giuste soluzioni al tema del lavoro, risolvendo le contraddizioni del nostro tempo, che oscillano tra la fame e lo spreco”.
Azioni che il professor Andrea Piccaluga dell’Istituto di Management della Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e terziario francescano, riassume in quel “prendersi cura della casa comune, che è madre e sorella”, come ricorda anche nel libro “Sorella economia”, che il docente ha scritto insieme a Marco Asselle.
“Un anno di pandemia – afferma – ha contribuito ad accrescere le disuguaglianze nella società, ma allo stesso tempo dobbiamo riconoscere che ora ci troviamo ad affrontare una tempesta perfetta in positivo, grazie alla quale ripensare ad una nuova forma di capitalismo e a come raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile. La rinascita passa attraverso istruzione, sanità, relazioni inclusive e oggi più che mai serve il coraggio di comprendere la reale portata dei problemi, trovare soluzioni nuove anche rischiose e coinvolgere tutti, anche i talenti più nascosti”.
Anche Coldiretti Mantova, che nei giorni scorsi – terminata la consegna dei “Pacchi della solidarietà” contenenti cibo di qualità per le famiglie più fragili – ha presentato le iniziative della “spesa sospesa” con i mercati di Campagna Amica e del “pasto sospeso” con gli agriturismi di Terranostra, invita gli imprenditori agricoli a considerare la dimensione sociale del proprio lavoro.
“L’agricoltura mantovana è da sempre caratterizzata dal rispetto della tradizione, così come dal coraggio imprenditoriale di guardare alle nuove tecnologie come strumento per produzioni sempre più green – riconosce il direttore di Coldiretti Mantova Erminia Comencini -. Non dobbiamo mai dimenticare che, accanto al concetto di proprietà, si accompagna anche quello di ipoteca sociale del terreno, perché l’agricoltura è anche esperienza comunitaria, cooperazione, grazie alla quale il nostro territorio ha saputo con creatività raggiungere un elevato livello di benessere. Allo stesso tempo – conclude il direttore -, le imprese agricole hanno bisogno di essere accompagnate nel loro percorso virtuoso da una politica che sappia ritrovare la sua dimensione più nobile”.