MANTOVA – “E’ in atto il più grande attacco alla Costituzione e alla Repubblica democratica”. Con questo grido di allarme condiviso dai numerosi partecipanti nella giornata di venerdì si è aperto l’incontro indetto da Anpi provinciale all’Arci Salardi per la costituzione del Comitato contro l’autonomia differenziata, in stretta correlazione con il Comitato nazionale, che vede al proprio interno oltre alla Via Maestra, la Uil, tutti i partiti che si sono opposti in Parlamento, altre a organizzazioni sociali e civili e varie personalità. L’obiettivo del Comitato è fare informazione sul tema, invitare ad aderire alla campagna referendaria, raccogliere le firme per il referendum per abrogare la legge sull’autonomia differenziata
Venerdì a Mantova erano presenti partiti e associazioni quali Pd, Si, Ev, Rc, M5S, Potere al Popolo, Movimento Federativo Democratico, Cgil, Arci, La Boje, diverse sezioni Anpi, il Movimento per la Pace, Libertà e Giustizia, Università Verde, Università Popolare e Non Una di Meno e numerosi cittadini che hanno costituito il Comitato provinciale contro l’autonomia differenziata.
“È già approvata, firmata dal Presidente della Repubblica e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, la legge sull’autonomia differenziata, Legge 26 giugno 2024, n. 86. La Repubblica, una e indivisibile, è in pericolo. Nella legge sull’autonomia differenziata – spiegano i portavoce del Comitato mantovano – i livelli essenziali di prestazione non risolvono i problemi ma creeranno ulteriori disuguaglianze, in particolare tra nord e sud, perdendo di vista: l’art. 5 della Costituzione che afferma che l’Italia è una e indivisibile; l’art. 2 che tratta della solidarietà politica e sociale; l’art. 3 sull’uguaglianza che recita che “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e son eguali davanti alla legge”. Nel gioco delle parti nella spartizione di interessi, il premierato interessa a Fratelli d’Italia; l’autonomia differenziata riguarda la Lega e l’attacco alla magistratura è importante per Forza Italia”.
“Con la riforma dell’autonomia differenziata – proseguono dal Comitato – si svuota di senso e valore l’azione parlamentare, sulla quale si fonda l’unità della Repubblica, per trasferire i poteri legislativi al presidente del Consiglio e alle Regioni, consentendo al primo di concertare direttamente con queste ultime l’indirizzo politico di tutti i temi più importanti riguardanti la vita di ogni cittadino, senza più doversi rimettere all’organo di rappresentanza legislativo. Il trasferimento di competenze dal Parlamento alle Regioni che la legge sull’autonomia differenziata attua, infatti, è potenzialmente così ampio e riguarda così tanti argomenti che il ruolo di deputati e senatori finisce per diventare, così come è scritto peraltro nel testo della legge Calderoli, una sorta di atto amministrativo di “deliberazione”: scompare definitivamente. Le regole del versante finanziario sono contraddittorie e poco equilibrate. Manca un criterio tecnico per verificare che una regione sia in grado di avere autonomia”.