MANTOVA – Basta guardare i fenomeni elettorali di questo ultimo quarto di secolo (ovvero dal 1994 ad oggi) per presumere chi sarà il leader di domani.
Ci spieghiamo. Dal 94 in poi ci sono i leader ancor prima dei partiti e delle ideologie. I partiti ci sono stati e ci sono ancora ma sono solo la cornice. Il quadro e la sostanza sono i leader. Leader che nascono, si affermano , raggiungono il loro massimo consenso e poi deflettono, declinano, si ridimensionano. È successo per primo a Berlusconi. Il più longevo e senza alcun dubbio il più straordinario. Dal nulla si inventa Forza Italia; raggiunge la vetta superando ampiamente il 35 per cento e poi come sappiamo declina verso il consenso odierno. Dopo di lui è arrivato Renzi; prende in mano un PD in declino, sconfitto, marginale e lo porta oltre il 40 per cento. Cosa sia oggi in termini di consenso sia il PD che lo stesso Renzi è noto a tutti.
E dopo Berlusconi e Renzi ecco addirittura Grillo. Anche lui si inventa un partito all’insegna del Vaffa. Arriva nel 2018 a raggiungere quasi il 35 per cento. E lui è una meteora ancor più degli altri: oggi i sondaggi danno i 5sttelle alla fine delle loro ambizioni di vertice. E quindi eccoci al fenomeno Salvini.
Matteo Salvini prende una Lega Nord che aveva poco più del 3- 4 per cento e la trasforma nella Lega nazionale che nel 2019 supera il 36 per cento alle Europee. Un vero e proprio fenomeno. Ma anche lui come Berlusconi prima e poi come Renzi e Grillo ha già oggi mentre scriviamo un declino di consenso che lo porta per il momento , qualora non defletta ulteriormente, ad un riscontro quasi dimezzato verso il 20 per cento. Cosa trarre come conclusione dopo questi 27 anni di storia di consenso e di numeri elettorali? La conclusione è semplice ed è un dato di fatto e non una opinione. Gli italiani vogliono un leader a cui affidarsi.
Si dirà che l’elettore vota di pancia. Ebbene si, vota di pancia ma ancora di più vota di testa perché vuole provare un politico che possa farlo star bene o al limite farlo star meglio. Bene e meglio per lui e per l’Italia. E quindi si creano queste onde elettorali che prima vanno su su e poi vanno giù. Ora chi sarà il leader del futuro prossimo venturo? È evidente che se la storia dovesse ripetersi così con queste dinamiche che durano dal 94 ad oggi, il futuro sarà di Giorgia Meloni. Analogo agli altri leader il suo andamento elettorale. Ha preso le redini di in partitino, Fratelli d’Italia, al 2 – 3 per cento come lo fu per Salvini. Alle elezioni del 2018 raggiunge un misero ma incoraggiante 4,25 per cento. E da lì cominciò a salire nei sondaggi. E i sondaggisti hanno fatto la telecronaca ciclistica di Fdi che prima raggiunge addirittura Forza Italia e la supera. Inizia la rincorsa per raggiungere i 5stelle e li supera. I media certificano in pompa magna Giorgia Meloni come titolare del terzo partito pensando che sia finita lì. Ed invece ecco che oggi tutti i sondaggisti annunciano che ormai la Meloni e’ alla caccia del PD per raggiungerlo e magari presto superarlo. Si sbagliano. Si sbagliano di molto. Ormai Giorgia Meloni è alla caccia della sua vera preda: Matteo Salvini. Vuole raggiungerlo e superarlo consapevole che il centro destra è maggioranza elettorale nel Paese e che il leader del centrodestra sarà colui (o colei nel suo caso) che avrà un voto in più nella coalizione.
E l’Italia elettorale già delusa (o insofferente verso il già provato) da Berlusconi, Renzi, Grillo e Salvini potrebbe essere attratta nuovamente dal nuovo, dal non ancora provato. E poi è donna, è Giorgia ed è l’opposizione. Sarà lei il futuro prossimo elettorale nel nostro Paese? Vedremo; intanto il sondaggista Pagnoncelli la dà al 38% come consenso da leader e cominciano ad apparire i sondaggi che la collocano a capo del secondo partito.