Il sabato surreale di Porta Cerese: negozi e bar aperti ma deserti. “Non si può lavorare così”

MANTOVA – Il piazzale è deserto da ore, i negozi sono aperti, ma dentro non c’è quasi nessuno. Il lungo sabato degli esercenti attorno allo stadio è avvolto nella nebbia e nello sconforto: Mantova-Cremonese è distante ancora diverse ore, ma tutto è pronto per un evento che richiede un livello di allerta massima.

“Qui oggi non c’è nessuno – afferma Gianluca, titolare della Fer Stadio che affaccia su un piazzale di Porta Cerese ormai senza macchine dalle 8 del mattino – a parte qualche residente che ci può raggiungere a piedi. Una cosa del genere solo a Mantova succede”, afferma amareggiato. Un “forestiero”, in realtà, c’è. E’ un cliente affezionato che arriva da Bozzolo, “giusto a metà strada tra le due città” spiega con un sorriso, “ma non mi interesso di calcio e non parteggio per nessuno”.

Pochi passi più in là Simona del salone di acconciature unisex mostra le uniche due clienti presenti in negozio. “Qui di solito il sabato non si trova posto” affermano queste ultime, mentre la titolare spiega sconsolata che “al sabato si va a pieno ritmo fino alla sera, ma oggi chiudo a mezzogiorno e me ne torno a casa. Senza il parcheggio è tutto inutile, non si può lavorare così”. Chi terrà aperto invece è il Bar Katy, che affaccia sul settore distinti del Martelli. Dalle vetrate del bar si vede la Curva Cisa, ma Yana dietro il bancone conta nella presenza dei tifosi locali: “qui di solito il sabato si riempie prima della partita, quindi teniamo aperto sperando che i mantovani vengano come sempre”. In caso di disordini, però, le bariste si dicono pronte ad abbassare le serrande. Nel frattempo, la mattinata procede a ranghi ridotti anche qui: “come vedi non c’è nessuno, giusto qualche residente del quartiere, ma con il passare delle ore credo che diminuiranno anche loro”.

Se piazzale di Porta Cerese piange, le zone limitrofe non ridono. Basta attraversare la strada e arrivare in viale Risorgimento: pochi metri e si raggiunge il Tigotà, dove le commesse allargano le braccia: “stamattina non c’è quasi nessuno, ma ce lo aspettavamo. Se oggi terremo aperti? Sì, però non ci facciamo illusioni”. Le ore passano, la partita si avvicina. Nella zona blindata gira una volante della Polizia Locale: si accerta che nel frattempo non siano state parcheggiate delle auto. Qualcuna c’è, e allora chiamano il carro attrezzi. L’allerta è massima, al pari della insoddisfazione di negozianti e residenti.