Il vescovo Busca: “Don Primo Mazzolari, la voce di Cristo che rimbalzava per annunciare il Vangelo”

Il vescovo Busca:

BOZZOLO – “Don Primo Mazzolari, la voce di Cristo che rimbalzava per annunciare il Vangelo”. Così oggi pomeriggio il vescovo di Mantova Marco Busca ha definito l’indimenticato arciprete di Bozzolo, durante la messa in occasione del 62esimo anniversario della sua morte, che cadrà domani, concelebrata con il vescovo di Cremona Antonio Napolioni.
Busca, durante l’omelia, ha insistito molto su don Primo e la sua predicazione del Vangelo e ha ricordato come anche il mondo laico lo riconobbe in questa veste. “Nel 1949 fu ammesso tra i soci onorari della prestigiosa Accademia Virgiliana di Mantova e gli accademici solevano dire che lui era stato accademico del Vangelo di Cristo” ha sottolineato Busca che in precedenza aveva ricordato come don Primo sostenesse che “tra tutte le povertà la peggiore è la povertà di Dio, quella che facilmente si insinua quando l’uomo dà un valore assoluto alla ricchezza e la denaro”.
La celebrazione si è aperta con l’intervento del sindaco di Bozzolo Giuseppe Torchio che ha ricordato il dolore per i sacerdoti e i laici scomparsi ma ha espresso anche la gioia di poter incontrare tutti coloro che hanno superato con coraggio la prova del Covid, tra cui lo stesso vescovo Napolioni.

Poi rivolgendosi al vescovo Busca, nativo della Val Camonica, il sindaco ha ricordato le dighe, gli invasi alpini e i laghi che ci “legano alla sua terra camuna. Le dighe rompono la siccità della pianura. A centinaia di chilometri dalla sorgenti, nella valle dell’Oglio, patria di educatori come Ferrante Aporti, le sorelle Agazzi e di grandi testimoni come don Primo Mazzolari, le dighe sono un importante contenimento di un’altra risorsa – ci ricordava ieri don Cristian Passoni, alla presentazione dell’epistolario tra don Primo e monsignor Astori – soggiungo non meno importante dell’acqua è la grazia, che viene dispensata con gradualità anche a valle, agli uomini col passo di pianura. Eccellenze reverendissime, anche la comunità civile , vuole contribuire ad accendere la lampada della speranza, non solo per una stagione migliore ma anche nell’attesa di festeggiare, in letizia, i nuovi traguardi di don Primo” ha concluso Torchio.