Ilaria Torelli: “come la guerra è entrata nei giochi dei bambini Ucraini”

PEGOGNAGA – «In Ucraina i bambini sono segnati dalla tragedia bellica. Eppure metabolizzano con il gioco ciò che accade. Sennonché durante la ricreazione mimano la guerra. Non giocano più al lupo che rincorre le pecore. Hanno trasmutato quel gioco in termini di nemico russo contro gli ucraini che debbono scappare non nella tana ma nel bunker. Scene che lasciano sbigottiti per la capacità dei bambini di assorbire e rielaborare ciò che accade. Al suono delle sirene sono i primi che dicono dobbiamo scendere nel bunker. Prendono lo zainetto che obbligatoriamente devono avere ogni mattina con acqua per due giorni, un ricambio e biscotti in caso del peggio. Molto spaventati sono quei bambini che a Lutsk giungono profughi dall’est-Ucraina per trovare rifugio». Risponde così alle nostre domande col cuore in mano Ilaria Torelli, dolce ragazza pegognaghese, insegnante d’inglese nelle scuole materne di Lutsk dove risiede da dieci anni e da uno coniugata con Leontii. Una peripezia attraversare l’Ucraina sotto le bombe russe per arrivare a Varsavia da dove in aereo giungere a Pegognaga a rivedere mamma Chiara e papà Emanuele, presidente della Casa del Sole di S. Silvestro. Racconta «Il primo mese di guerra tanta gente s’è calata nei rifugi. Adesso s’è abituata a convivere col suono delle sirene: molti non si rifugiano più nei bunker, ma tra due muri. A scuola al suono delle sirene è obbligatorio lasciare quaderno e biro sul banco e correre con i bambini in fila nei rifugi ammassandosi in un corridoio. In tal caso è difficile trovare qualcosa con cui impegnarli, se non col canto o giocare con le mani. Laggiù il tempo non passa mai». Dopo una sosta di due giorni e aver pregato nella nuova chiesa di Pegognaga Ilaria è tornata a Lutsk per non lasciare solo marito e i molti scolaretti.