Rigenerazione urbana, Forattini: “Legge regionale sbagliata, ma abbiamo limitato i danni”

In foto: Antonella Forattini

MANTOVA  – “Uno degli strumenti principali per ridurre il consumo di suolo è la rigenerazione urbana, ovvero il recupero di aree e fabbricati dismessi. In Lombardia ci sono 914 siti da bonificare e tremila aree dismesse distribuite in 650 comuni, nella sola provincia di Mantova, su una superficie di quasi 244 ettari, ve ne sono 201, circa il 10%. Una legge che non si occupa prioritariamente di queste, non è una buona legge per la rigenerazione urbana”.

E’ questo il commento della consigliera regionale Antonella Forattini dopo l’approvazione di questo pomeriggio, in Consiglio regionale, della legge dal titolo “Misure di semplificazione e incentivazione per la rigenerazione urbana e territoriale, nonché per il recupero del patrimonio edilizio esistente”, passata senza i voti del gruppo PD che però è riuscito ad apportare qualche significativa correzione.

“Abbiamo limitato il danno di una legge che rimane sbagliata nell’impianto, perché non aiuta chi deve fare le bonifiche, perché non si concentra sulle aree dismesse e non tiene conto delle differenze dei diversi territori della Lombardia – spiega Forattini – . Con i nostri emendamenti siamo però riusciti a restituire ai comuni la possibilità di decidere la quantità di premialità, sia per i volumi che per gli oneri, al contrario di com’era la legge nella sua formulazione originaria. Ora saranno i comuni a decidere, in linea con i propri Piani di Governo del territorio, e non la Giunta regionale con criteri imposti dall’alto. Abbiamo anche messo un freno alla trasformazione delle cascine verso destinazioni che nulla hanno a che fare con l’agricoltura, limitando le premialità agli immobili già dismessi all’entrata in vigore della legge, evitando le interferenze con le attività agricole”.

La nuova legge, come modificata con gli emendamenti presentati da Pd, dà la possibilità ai comuni di assegnare bonus volumetrici fino al 20% e riduzioni di oneri fino al 60%, secondo criteri che la Giunta regionale definirà con una propria delibera, per chi recupera un’area dismessa o sostituisce un fabbricato in disuso. Nella formulazione originale, molto contestata dal Pd, la Regione imponeva dall’alto ai comuni incentivi e sconti degli oneri, in modo indiscriminato su tutto il territorio comunale. Durante la discussione è stato approvato anche l’emendamento che limita le trasformazioni del patrimonio agricolo alle aree già dismesse all’entrata in vigore della legge e non, quindi a tutte le aree dichiarate dismesse da almeno tre anni dal proprietario: questa norma veniva contestata dal Pd in quanto incentivo di fatto a dismettere il patrimonio agricolo per ottenere la possibilità di trasformarlo, ottenendo anche i benefici volumetrici e di sconto degli oneri di urbanizzazione.