Ripartenza dei campionati: ora anche Malagò ha dei dubbi

ROMA – Ancora una settimana e poi si capirà se ci saranno delle ulteriori proroghe per il DPCM dell’8 marzo e relative modifiche. Un decreto che ha fermato completamente le attività sportive professionistiche e dilettantistiche. Il mondo del calcio da diverse settimane si sta interrogando su come e quando ripartire. Lo stesso le altre federazioni Ma non potranno decidere in autonomia.

Il via libera aspetterà agli organi scientifici di competenza. La Fmsi, federazioni medici del Coni intanto ha consigliato lo stop degli sport dilettantistici anche oltre il 13 aprile, aprendo invece alle discipline professionistiche, ma solo nel rispetto di rigorose regole, per mettere in sicurezza gli atleti, sia nelle sedute d’allenamento che nelle partite. Le squadre mantovane quindi sarebbero tagliate fuori. In tutte le discipline, calcio compreso. I club di Serie A intanto hanno richiamato i propri atleti, per ricominciare gli allenamenti, in vista del ritorno in campo per il 16 maggio (come indicato dalla Figc).

il presidente del Coni, Giovanni Malagò, in un’intervista al Corriere dello Sport ha cominciato a porre parecchi dubbi su una possibile ripartenza.”Si può ricominciare il 20 maggio? Deve essere confermato il discorso del capo della Protezione Civile (via libera alla fase due): il problema non è solo la partita, ma che nelle squadre non ci siano infetti. Devono fare dei tamponi, tutti. Un eventuale positivo bloccherebbe tutto ancora una volta. Prima che questo avvenga voglio vederlo questo film”.

Poi aggiunge: “L’altra questione – prosegue il presidente del Coni a Radio Punto Nuovo – è che queste partite non si giocano in un’unica città. Che il 16 o il 20 maggio avremo una libertà di manovra diversa ce lo auspichiamo. Da lì ad andare in aeroporto tre volte a settimana la vedo più dura.. Capisco chi dice che sarebbe bello giocare al più presto per finire il campionato, poi però leggo le ragioni di presidenti che preferirebbero pensare già alla prossima stagione e non me la sento di dargli torto. Il calcio a porte chiuse, con 40 gradi all’ombra con 2 o 3 partite alla settimana… Al momento non la vedo facile”.