Sicurezza, Forza Italia affronta l’emergenza: “più prevenzione, Polizia Locale e integrazione sociale”

MANTOVA – Il tema della sicurezza, con particolare riferimento alla situazione della città di Mantova, è stato al centro del confronto pubblico organizzato questa mattina da Forza Italia in un gremito foyer del Teatro Sociale.

Dopo i saluti istituzionali da parte del Consigliere provinciale e Assessore del Comune di Marcaria Enrico Lungarotti, del Vicesegretario provinciale di Forza Italia e Segretario regionale di Azzurro Donna Lombardia Maria Elena Invernizzi e del Segretario cittadino di Azzurro Donna Mantova Ilaria Berra, a prendere la parola – moderati dalla giornalista Antonia Bersellini Baroni – sono stati l’Europarlamentare ed ex Sindaco di Verona Flavio Tosi, la Parlamentare e Presidente di Azione Elena Bonetti e il Segretario cittadino e Consigliere comunale di Forza Italia Pierluigi Baschieri.

“Mantova non è più la città sicura di qualche anno fa – afferma Baschieri -. Il fenomeno della microcriminalità, intesa come reati minori ma che aumentano la percezione di insicurezza tra i cittadini, pensiamo allo spaccio di droga, alle risse, alle baby gang, sono tutti fenomeni che in città sono cresciuti in maniera esponenziale. Per questo Forza Italia ha voluto organizzare questo convegno, invitando l’onorevole Tosi che a Verona è riuscito a ripulire la città”. Sulle situazioni più problematiche a Mantova, attualmente, Baschieri risponde: “oggi lo spaccio purtroppo ha raggiunto anche il centro della città, ci sono delle zone come i Giardini Nuvolari o piazza 80° Fanteria dove assistiamo a questi fenomeni. La verità è che c’è un grandissimo disagio sociale tra i giovani e abbiamo notato che i reati sono aumentati in maniera esponenziale, c’è stata un’escalation vera e propria. Bisogna lavorare con la prevenzione, con un numero maggiore di presidi del territorio da parte delle forze dell’ordine, ma dobbiamo pensare anche all’integrazione sociale che oggi è assolutamente assente”.

Tosi ha invece parlato della sua esperienza nel contrasto alla criminalità da sindaco: “è un fatto di atteggiamento. Il sindaco, visto che partecipa al comitato per la sicurezza, non è uno che guarda ma se vuole è protagonista e quindi si interfaccia con il Questore, il Prefetto, i Comandanti dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, in modo da dare degli indirizzi come amministrazione comunale. Io come sindaco, per dieci anni, ho tenuto la delega alla sicurezza e tra i primi atti c’è stata l’assunzione di 50 agenti in più di Polizia Locale. Si è trattato del massimo storico nel numero di agenti. Poi si può integrare con la vigilanza privata: non potendo mettere forze dell’ordine a ogni angolo, si può pagare la vigilanza privata visto che le aree pubbliche sono del Comune ed è un deterrente perché si tratta di persone in divisa e armate. E poi telecamere collegate a una control room per vedere in tempo reale quello che accade e un impegno personale del sindaco. Alle 5 del mattino andavo fuori con la Polizia Locale a fare gli sgomberi: se le forze dell’ordine vedono un sindaco vicino, hanno un atteggiamento diverso”.

In parte differente, come è facilmente intuibile, la posizione di Elena Bonetti: “garantire la sicurezza alla cittadinanza è una priorità. Va compreso però che il fenomeno che oggi toglie la sicurezza alle nostre comunità è complesso, quindi la strategia dell’aumento della forza e del controllo, certamente necessaria, non basta per rimuovere il fenomeno e dare una risposta concreta. Serve intervenire rafforzando quei presidi sociali di comunità, a partire da un’azione specifica contro le gravi emarginazioni, contro le gravi situazioni di degrado, un’azione di carattere preventivo e soprattutto inclusivo nelle dimensioni sociali. Quindi, concretamente, cosa si deve fare oltre a rafforzare quelli che sono i presidi delle forze dell’ordine e della sicurezza territoriale? Un presidio organizzato tra il terzo settore e il livello amministrativo, ma anche attraverso strumenti normativi e smontare quell’ideologia per cui è lo straniero che porta l’insicurezza nelle nostre comunità. L’insicurezza, il tema del degrado giovanile, delle bande giovanili, nascono nell’isolamento, nella mancanza di cultura, nella mancanza di prospettiva di un ruolo sociale, soprattutto attraverso il lavoro”.