Biomasse e biogas, il M5S: “Ats chiede attenzione su nuovi impianti. Grande risultato dopo anni di battaglie”

MANTOVA – “Per la prima volta, dopo anni di battaglie, viene scritto nero su bianco che nelle autorizzazioni di nuovi impianti è fondamentale riconoscere il principio di impatto cumulativo degli inquinanti e considerare il contesto di forte compromissione ambientale esistente. Lo scrive Ats Valpadana in un documento firmato che chiede di fare molta attenzione alla costruzione di nuovi impianti a biogas, biomasse e biometano, nei territori già fortemente stressati dall’inquinamento. La provincia di Mantova è uno di questi. Un risultato che ci riempie di soddisfazione per il suo impatto politico e civile. Soddisfazione soprattutto per chi, come noi e come tanti cittadini, da anni, lottiamo per difendere l’ambiente e il territorio da iniziative che, dietro l’etichetta green, celano solo interessi economici.” Lo dichiarano i portavoce M5S alla Camera e in consiglio regionale della Lombardia, Alberto Zolezzi e Andrea Fiasconaro.
“Pochi mesi fa, dopo 3 anni di lavoro in commissione ambiente – racconta Fiasconaro – i miei colleghi Roberto Cenci, Massimo De Rosa e Marco Degli Angeli, sono riusciti a far votare una proposta in consiglio regionale che inseriva proprio il tema dell’impatto cumulativo come elemento di valutazione fondamentale nel rilascio di nuove autorizzazioni di impianti di biogas. Tale principio oggi trova, per la prima volta, applicazione nella realtà.”
“L’Ats infatti, il 10 febbraio – proseguono Zolezzi e Fiasconaro – ha enunciato un principio fondamentale che riportiamo qui:
«Preme informare che le province di Cremona e Mantova sono da decenni territori critici in relazione alla qualità dell’aria in relazione principalmente delle condizioni meteorologiche sfavorevoli alla dispersione degli inquinanti. Tra gli inquinanti critici di carattere sanitario rivestono particolare importanza le polveri sottili a causa dei loro effetti sulla salute. Per entrambi i territori è tuttora attuale il superamento del numero massimo di sforamenti consentiti ammessi dalla normativa per il limite giornaliero del PM10 in tutte le stazioni del programma di valutazione. Considerata l’elevata richiesta sui territori di Cremona e Mantova di impianti di digestione anaerobica che pervengono costantemente agli enti dei due territori, si rappresenta che gli impianti a combustione di biomassa potrebbero diventare una forma numerosa e diffusa di emissioni di particolato sottile e primario aggravando in tal modo sensibilmente un quadro ambientale già critico per le polveri sottili nelle due province. Per tale motivo si osservano criticità in relazione alla salute pubblica correlate all’installazione di tali impianti. Perciò gli impianti a combustione di biomassa in territorio con una qualità dell’aria già compromessa da decenni dovrebbero essere realizzati solo nel caso in cui siano finalizzati a soddisfare un bisogno essenziale quale il riscaldamento domestico.»
“Un atto netto e importante che offre un precedente fondamentale ma che al contempo descrive la gravità della situazione ambientale e sanitaria del contesto della provincia di Mantova. Questo è sicuramente un primo passo che dopo anni di buio ci dà speranza.
Ora i sindaci hanno tra le mani un parere di Ats che può diventare un’arma essenziale a supporto della tutela di ambiente e salute dei cittadini” concludono gli esponenti pentastellati.