PEGOGNAGA – “E’ una scelta politica investire risorse per la prevenzione e il contrasto alla violenza di genere e nel documento di programmazione per il prossimo triennio (il Dup), presentato e approvato dalla maggioranza in Consiglio Comunale, non c’è alcuna indicazione di fondi destinati a progetti relativi a questo tema, complesso e trasversale. E’ una gravissima mancanza, di visione e di percezione di una realtà che non viene ritenuta evidentemente prioritaria tra gli impegni degli amministratori”.
E’ in questa direzione che il gruppo consigliare di opposizione RiattiviamoPego, indica proposte concrete, da attivare subito, dopo aver esaminato il Dup dove non sono previsti fondi per il contrasto alla violenza di genere.
“Diversi Comuni, come abbiamo evidenziato anche nel nostro intervento in Consiglio – spiega Viola Messori – hanno istituito fondi dedicati e anche Pegognaga dovrebbe attivare sinergie con i Comuni dell’area e affrontare questa emergenza sul piano pratico. Per fare questo occorrono risorse. Fondamentale sono il confronto, la collaborazione e progettazione con istituzioni, servizi sociali, consultori, forze dell’ordine e associazioni già attivi sul territorio, con una visione multidisciplinare del problema.
Riteniamo necessaria anche una coprogettazione con la scuola, proponendo di inserire nel Piano di Diritto allo Studio progetti di educazione all’affettività, all’amore, del rispetto verso l’altro e legati alla sessualità, partendo anche dai più piccoli.
Una delle nostre proposte, concrete, è quella di utilizzare il canone della Rsa per realizzare progetti sociali e di welfare tra cui azioni, appunto, che possono riguardare il contrasto alla violenza di genere. La sinergia con gli altri Comuni potrebbe inoltre favorire la destinazione degli appartamenti di proprietà comunale, o siti presso la rsa, quali luoghi per ospitare donne, bambini vittime di violenza.
Non dimentichiamo l’importanza di dialogare con le associazioni sindacali per realizzare azioni finalizzate al raggiungimento della parità di genere nei contesti di lavoro, che porta al raggiungimento dell’autonomia per le donne e quindi un percorso di vita indipendente”.