Cia Est Lombardia: “Prezzo del latte penalizzante e non in linea col mercato”

MANTOVA – Tema centrale nel dibattito di queste ultime settimane, seguito in prima fila da Cia Agricoltori Italiani, è quello del prezzo del latte. La pandemia ha colpito tutti i principali comparti produttivi del Paese, senza risparmiare la filiera lattiero-casearia, sulla quale ha pesato il drastico calo delle vendite in fase di lockdown e la chiusura del canale Horeca, situazione questa che si sta ripetendo con la seconda ondata. Tutto questo in un 2020 in cui le stime parlano di un aumento della produzione a livello nazionale, con la Lombardia a fare da traino. Una situazione, resa ancora più difficile dai contratti di conferimento all’industria basati su prezzi penalizzanti e non in linea con gli andamenti di mercato, come quello recentemente approvato che rischia di affossare e dare il colpo di grazia ad un settore già provato dalle difficoltà di questi mesi. “Il prezzo del latte concordato con l’industria avrebbe dovuto essere migliore. In particolare se si considera, ad esempio, il prezzo della soia, cresciuto del 30% e quindi del maggior costo della razione alimentare. Questo oltre ai problemi causati dalla pandemia”, spiega Roberto Frattini, referente di settore di Cia Agricoltori Italiani Est Lombardia. Un settore, quello lattiero-caseario che, per motivazioni intrinseche, non ha la possibilità di ridurre la produzione, ma che allo stesso tempo assicura prodotti sostenibili e salubri, nonché condizioni di benessere animale tra le più elevate al mondo.