Addio a Paolo Beldì, il ricordo di Fabio Fazio

Con Paolo Beldì “abbiamo lavorato insieme dieci anni straordinari. Avevamo raggiunto un’intesa pazzesca a ‘Quelli che il calcio’, lui con le immagini partecipava al dialogo, commentava, interveniva. La sua regia parlava ad alta voce, quasi sempre ironizzando”. Fabio Fazio affida così all’Adnkronos il suo ricordo del regista di tante sue trasmissioni, scomparso oggi a 66 anni.

“Me lo presentò Bruno Voglino quando facevamo ‘Diritto di replica’ su Rai3 e lui inventò una cifra stilistica di racconto da grande appassionato di televisione, cresciuto alla scuola di Beppe Recchia, dove la regia aveva una funzione fondamentale nel racconto. Cifra che divenne fondamentale in ‘Quelli che il calcio’. Era un uomo molto ironico ma anche molto solitario. Grande appassionato di musica e suonatore di chitarra: i Beatles in particolare erano la sua Bibbia e questo era un argomento che ci univa”, racconta Fazio. Che svela: “Fu Paolo a dirmi ti vedrei benissimo in un programma con Claudio Baglioni”. Da quell’input nacque il programma cult ‘Anima Mia’. “Naturalmente quando feci i miei primi Sanremo, Paolo era al mio fianco. Poi quando lasciai ‘Quelli che il calcio’ per dedicarmi al talk ci salutammo”, aggiunge Fazio. Che conclude amaro: “La sua regia era fatta di grande qualità, una qualità che passava anche per le scene costose e per un numero di telecamere notevole e credo che anche per questo lo abbiamo visto sempre meno. Perché oggi è tutto all’insegna del taglio, del risparmio e del consumo istantaneo”.

“Fra i tanti che si vantano di aver ‘inventato’ la televisione, Paolo poteva affermarlo veramente. Nessuno ha avuto allo stesso tempo il suo talento, la sua originalità, la sua genialità e la sua lucida follia. La nostra ‘Quelli che il calcio’ non sarebbe mai stata la stessa senza di lui. Ultimamente ci sentivamo molto spesso e con pudore mi diceva: ‘In Rai mi hanno dimenticato’…”. Così Marino Bartoletti affida all’Adnkronos il suo ricordo.

La notizia della morte di Beldì ha colto Bartoletti completamente impreparato: “L’avevo sentito due-tre giorni fa l’ultima volta. Sperava che l’Italia, il giorno del suo compleanno (l’11 luglio), gli facesse il regalo di giocare la finale degli Europei”.

(Adnkronos)