(Adnkronos) – Al via il progetto “Metamorfosi”, che ha come obiettivo la creazione di un sistema tecnologicamente innovativo ed integrato di coltivazione del gelso e di allevamento intensivo del baco da seta (Bombyx mori). Il nuovo sistema produttivo “consentirà di ottenere la seta ed i relativi prodotti derivati in modo differente dai normali cicli di produzione, sia per quanto concerne le tradizionali applicazioni tessili che per l’utilizzo in settori innovativi, quali il biomedico, il cosmetico ed il farmacologico”. “La fase di studio preliminare e l’installazione dell’impianto dimostrativo saranno localizzati inizialmente a Messina, per poi estendersi nel resto del Paese. Si prevede che l’impatto del progetto sarà tale da consentire un rilevante indotto economico per la Sicilia e il resto d’Italia”. A comunicarlo sono l’ing. Giovanni Pioggia, Responsabile dell’Irib Cnr di Messina e l’ing. Rocco Mazzatura, Presidente della Easy Lock Srl, azienda capofila del progetto ed esperta in sistemi produttivi avanzati in campo tessile ed agronomico.
Altri partner principali del progetto sono la Torcitura di Domaso Srl di Colico (LC), detentrice di tecnologie all’avanguardia e di lunga esperienza nella trasformazione della seta, e la Medilink Srl di Siracusa, specializzata nella creazione ed implementazione di sistemi software e hardware per diversi ambiti produttivi. I partner si avvarranno del supporto di numerosi Enti di Ricerca e centri Universitari, quali: il Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e Analisi dell’Economia Agraria, Centro di Ricerca per l’Agricoltura e Ambiente (CREA-AA) in particolare il Dipartimento di Gelsibachicoltura di Padova coordinato dalla dott.ssa Silvia Cappellozza; l’Università di Bologna, l’Università di Padova e l’Università dell’Insubria. Il progetto è parzialmente finanziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, con un investimento totale previsto di circa 14,2 milioni di euro.
“Sarà esplorata – afferma l’ing. Pioggia – la possibilità di utilizzo della seta in ambito biomedico, come base per la realizzazione di scaffold cellulari, cioè supporti tridimensionali porosi, biocompatibili e bioriassorbibili, in grado di favorire l’adesione e la proliferazione cellulare fino alla formazione del nuovo tessuto. Nel progetto quindi sarà esaminata la capacità di queste nuove strutture di fornire un supporto per l’adesione, la migrazione, le interazioni cellula-cellula, la proliferazione e la differenziazione cellulare; essere biocompatibile per il sistema immunitario dell’ospite dove il tessuto ingegnerizzato sarà impiantato; biodegradarsi ad una velocità compatibile con il tasso di crescita del nuovo tessuto e che faciliti l’integrazione dello stesso nel tessuto ospite circostante; fornire un sostegno strutturale per il nuovo tessuto; possedere versatilità di realizzazione che permetta di alterarne la struttura e la morfologia in relazione alle esigenze specifiche del tessuto. La fibroina di seta può formare strutture porose 3D, cioè spugne, schiume o scaffold, che possono essere usate con grande efficacia in applicazioni biomediche, come l’ingegneria dei tessuti, dispositivi impiantabili e modelli di malattie. I risultati porteranno inoltre ad esplorare e valutare applicazioni biomedicali dei suddetti nuovi scaffold ottenuti, in termini di drug delivery, terapia genica, cura delle ferite e rigenerazione ossea. È prevista anche la formulazione di alcuni prodotti per applicazioni cosmetiche e/o farmacologiche idonei per una successiva produzione in scala industriale e conseguente commercializzazione, valutando, ove possibile, la certificazione quale presidio medico chirurgico. In ambito cosmetico, di particolare rilevanza sono le applicazioni dei sottoprodotti della seta per la realizzazione di creme idratanti ed antirughe innovative, ma da segnalare sono anche le applicazioni farmacologiche nelle quali la seta potrà vedere applicazione nella realizzazione di nuove capsule biocompatibili per veicolare farmaci all’interno del corpo”.
“Con l’ausilio di tecnologie di ultima generazione e degli strumenti di ricerca scientifica oggi disponibili – spiega l’ing. Mazzatura – si analizzeranno le fasi caratterizzanti il ciclo di vita sia del gelso che del baco, con lo scopo di individuare un sistema produttivo in grado di realizzare successivamente una serie di impianti industriali a ciclo continuo, completamente automatizzati ed in grado di certificare il prodotto finale, registrando e classificando ogni singolo step produttivo. Oltre all’indubbio vantaggio economico di una soluzione di questa portata, va sottolineato il contributo in termini di qualità dei prodotti e sottoprodotti della seta, al fine di ottenere fibroina e sericina ad elevato grado di purezza, componenti chiave per le applicazioni biomedicali, cosmetiche e farmacologiche, e che ad oggi non sono facilmente reperibili”. L’obiettivo finale è di slegare la produzione della seta dal sistema tradizionale, vincolato alle incertezze atmosferiche naturali per renderlo tecnologicamente all’avanguardia grazie anche al controllo costante dei parametri produttivi. Da ciò ne conseguirà un aumento sensibile della qualità dei diversi prodotti finiti. Particolare attenzione verrà dedicata alla riduzione drastica dell’impatto ambientale rispetto al metodo tradizionale.