Ucraina e Israele, due guerre di cui non si vede la fine

Due guerre che si intrecciano, quella in Ucraina e quella tra Israele e Hamas. Con l’informazione e il consenso nell’opinione pubblica come chiavi, forse decisive, per l’esito finale di entrambe. Da una parte c’è l’attenzione dei media, che si sposta più velocemente di quanto la realtà richiederebbe. Dall’altra, la percezione delle società coinvolte che metabolizzano rapidamente l’emozione, l’indignazione e l’adesione alla ‘causa giusta’. Tutto è poi accelerato, o rallentato, dalla diffusione delle notizie che vengono prima consumate con i tempi velocissimi dell’era digitale e poi quasi perse, con tempi che si dilatano fino a impantanarsi in contesti complessi, difficili da decifrare.

 

Sono passati 21 mesi dal 24 febbraio 2022, data dell’invasione russa dell’Ucraina. Quella che doveva essere prima una guerra lampo e poi una massiccia controffensiva è diventata una guerra di logoramento. La propaganda, da una parte, e la difesa della democrazia, dall’altra, si sono confrontate aspramente ma hanno finito per logorare anche l’attenzione del Mondo, che si è progressivamente assuefatto ai morti e alla devastazione. Lo scoppio di un ‘nuovo’ conflitto, quello aperto dall’offensiva di Hamas nel territorio israeliano dello scorso 7 ottobre ha poi aperto un capitolo nuovo, lasciando Kiev più sola nella sua resistenza.

 

Si è spostata verso il Medio Oriente l’attenzione del Mondo, insieme a una parte dei finanziamenti occidentali. Soprattutto, gli sforzi degli Stati Uniti sono stati dirottati sul tentativo di trovare una soluzione che evitasse il dilagare del conflitto tra Hamas e Israele all’intera area. Le emozioni contrastanti prima per la disumana azione terroristica del 7 ottobre e poi per le conseguenze sulla popolazione della reazione israeliana a Gaza hanno riempito lo spazio che avevano occupato gli orrori di Bucha. Oggi Gaza è ancora più di prima una terra di nessuno, dove la conta dei morti e la sofferenza dei civili hanno raggiunto proporzioni inimmaginabili. E la prospettiva per Israele, sia parlando di strategia sia parlando di sicurezza per il futuro, è tutta da costruire.

 

C’è un tratto in comune tra le due guerre, la sostanziale incertezza rispetto alle prospettive. Oggi immaginare una soluzione che non sia un conflitto perenne è complicato sia guardando all’Ucraina sia guardando a Gaza. L’informazione, le informazioni, e il consenso restano variabili che potranno incidere, con quali tempi è impossibile prevederlo. (Di Fabio Insenga)

(Adnkronos)