Sabato mattina alle 10 a San Possidonio (Modena) l’ultimo saluto alla pediatra Paola Accorsi

POGGIO RUSCO – Si terranno sabato mattina alle ore 10 a San Possidonio, il piccolo paese di origine situato tra Mirandola e Concordia sulla Secchia in provincia di Modena, i funerali di Paola Accorsi, per tanti anni primario di Pediatria all’ospedale di Pieve di Coriano. La camera ardente si trova presso la Casa Funeraria Terracielo di Mirandola, e da lì sabato alle 9.45 partirà il corteo funebre diretto alla chiesa del paese, dove si terrò l’ultimo saluto alla dottoressa Accorsi, prima che il feretro venga messo a disposizione per la cremazione

Una figura amatissima, quella di Paola Accorsi, che da circa trent’anni risiedeva a Poggio Rusco dove aveva aperto il suo studio nella via principale del paese, corso Matteotti. Il cordoglio che si è creato subito dopo la notizia della sua scomparsa si coglie bene nei messaggi lasciati sulle bacheche di Facebook dal sindaco di Poggio Rusco Fabio Zacchi e dall’omologo di Borgo Mantovano Alberto Borsari. Testimonianze accorate alle quali si sono accodati, nei commenti, centinaia di cittadini grati alla pediatra per il lavoro svolto e le amorevoli cure accordate in tanti anni di lavoro in prima linea per i bambini. “Se si potesse riassumere tutti questi messaggi in un unico pensiero – afferma il sindaco Zacchi con la voce rotta dalla commozione – sarebbe: ‘nei nostri figli continuerà a vivere un pezzo di lei‘. È difficile spiegare quanto la dottoressa Accorsi abbia dato alle nostre comunità, e quale senso di vuoto resta dopo la sua scomparsa”.

Ai funerali, sabato mattina, sarà presente una folta delegazione di sindaci del Destra Secchia. “Oggi mi sentirò con la famiglia – spiega Zacchi – e capiremo se presenziare con i gonfaloni o meno. Di sicuro ci saremo, a nome di tutte le nostre comunità, affrante e riconoscenti”.

Anche la Direzione Strategica di Asst Mantova e tutti i professionisti dell’azienda si stringono attorno alla famiglia di Paola Accorsi, esprimendo “un grande dolore per la perdita di una specialista di lungo corso, di solide competenze e di estrema umanità, che ha lasciato un’impronta indelebile”. I colleghi la ricordano come una persona straordinariamente affezionata, appassionata, dedita in tutto e per tutto al suo lavoro, che ha portato avanti con abnegazione anche durante la malattia. “Si prodigava per i pazienti, andando al di là del problema clinico, inoltrandosi nella loro sfera esistenziale – si legge in una nota – e preoccupandosi di risolvere anche le problematiche legate al reinserimento nella famiglia e nella società delle persone di cui si prendeva cura. Ha pensato all’umanizzazione del reparto e della relazione con i pazienti, anche grazie a svariate attività riabilitative, in particolare percorsi artistici.

“Ci lascia una colonna portante dell’azienda – commenta il direttore generale Anna Gerola – un esempio per tutti, come medico e come donna a cui stava immensamente a cuore la sorte dei pazienti e delle loro famiglie, con un senso di appartenenza all’ospedale e alla comunità in cui svolgeva la sua attività, nonché all’azienda”.

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