(Adnkronos) – “In questa azienda (la Rai, ndr) ci sono momenti di maggiore e minore affetto e siamo un po’ abituati a queste pacche sulle spalle o a queste indifferenze. Dipende dai periodi, un po’ dai direttori e quindi sappiamo bene che alle volte c’è più comprensione, altre volte meno. Credo che la cosa più importante sia l’affetto del pubblico. E’ determinante ed è ciò che ci ha permesso di essere ancora qui, a me, ad Amadeus, a tanti altri colleghi”. Così Carlo Conti, ospite di ‘Giletti 102.5’ su Rtl 102.5, commenta le parole di Amadeus che, in merito al suo addio alla Rai, aveva lamentato una mancanza di supporto da parte dell’azienda.
E Conti non nega di aver passato anche lui momenti complessi: “Ci sono stati in questi anni. Ho avuto dei periodi nei quali hai dovuto riconquistare la fiducia dei direttori. A volte vieni apprezzato di più, a volte di meno. Ma poi ci sono i risultati ed è il pubblico che decide”. “Per me che sono un battitore libero, il mio lavoro e il pubblico sono la mia garanzia”, aggiunge.
Quanto al suo rapporto con gli ascolti: “Non li vivo più con l’ansia. Sono una certificazione importante, ma non mi angosciano più, ora meno che mai. Non mi sono mai esaltato per i grandi successi, né mi abbatto se le cose vanno così così. Cerco di fare sempre del mio meglio, con lealtà e correttezza”.
Infine alla domanda se fosse mai stato contattato dalla politica, il conduttore risponde: “Per fortuna no. Probabilmente i tempi sono cambiati, forse vengo visto come un giullare della TV. Faccio varietà, intrattenimento, svago puro. Ed è giusto essere equidistante, apartitico. Devo piacere a tutti, indipendentemente da quello che penso. Poi certo posso avere delle posizioni sociali ma, per il tipo di lavoro che faccio, l’equidistanza è fondamentale. Quindi nessuno mi ha mai offerto di candidarmi”.
“Sto ascoltando le canzoni e c’è tanta ottima buona musica italiana”, spiega rivelando di stare ascoltando i brani proposti per prossimo Festival di Sanremo e di esserne rimasto colpito. “Questa è la fase questa più importante – spiega il direttore artistico – perché è quella nella quale ascolto tutte le canzoni e poi dovrò scegliere i big e insieme alla commissione anche le nuove proposte. Per quanto mi riguarda è proprio la parte che reputo più entusiasmante, divertente oltre ad essere il succo vero del festival di Sanremo: cioè la scelta delle canzoni”.