26 mantovani contagiati, escluso un focolaio in provincia. Primo decesso al Poma

È stato valutato anche l’utilizzo del volontariato di Protezione Civile per future, possibili esigenze, soprattutto a supporto dei Centri Operativi Comunali eventualmente attivati dai sindaci sul territorio. Ad oggi la Prefettura di Mantova interessata dall’Ospedale “Carlo Poma”, d’intesa con la Provincia di Mantova, ha fornito due tende per il filtraggio dei pazienti presso l’Ospedale di Mantova e presso l’Ospedale di Pieve di Coriano

MANTOVA – Sono 26 i mantovani contagiati dal coronavirus, 4 in più rispetto a ieri. Intanto un’anziana 81enne con patologie pregresse, e positiva al coronavirus, che era stata trasportata all’ospedale Carlo Poma da Cremona è morta la scorsa notte. E’ il primo decesso registrato a Mantova.
Visto il precario stato di salute dell’anziana, indipendentemente dal contagio, è abbastanza difficile poter attribuire la morte agli effetti del virus.
E’ accaduto lo stesso per altri decessi avvenuti in queste settimane nel resto d’Italia, e non solo: pazienti già fragili per patologie preesistenti che muoiono una volta diventati positivi al virus.
Non accade solo per il coronavirus. Si assiste a quello che la letteratura scientifica definisce come “harvesting”, (in inglese “mietitura”) ovvero l’effetto falce che colpisce le persone più fragili, naturalmente esposte alla “falce”. “Questa – dicono gli scienziati – in presenza di fattori dirompenti – come appunto i virus – miete a man bassa”.
In Italia è già accaduto nel 2015 quando ci furono due picchi di decessi di persone con oltre 75 anni, il primo a febbraio dovuto a una pesante influenza stagionale e il secondo a luglio collegato alle temperature torride.
Nella notte è morto all’ospedale Carlo Poma anche un 90enne. Le prime informazioni dicevano fosse anche lui contagiato dal coronavirus. Non era così. Anche questo era un paziente proveniente da fuori Mantova ma il suo decesso è dovuto a causa diverse.

NEL MANTOVANO NON C’E’ AL MOMENTO UN FOCOLAIO 

I dati ufficiali di Regione Lombardia questa mattina alle 9,30 indicavano dieci mantovani positivi in isolamento domiciliare, 13 contagiati ricoverati a cui si aggiungevano altri 31 pazienti ricoverati provenienti da fuori provincia.
Nel corso dell giornata si sono avuti altri quattro mantovani contagiati, quindi complessivamente in provincia si registra la presenza di 58 persone positive.
Una trentina di queste hanno problemi respiratori importanti e necessitano di assistenza in tal senso.
Come evidenziato anche durante l‘Unità di Crisi costituitasi presso la Prefettura e riunitasi oggi “la distribuzione puntiforme dei casi fa orientare per l’assenza di un focolaio in provincia”.
Il luogo con il maggior numero di contagi è Cogozzo di Viadana dove si sono registrate 4 persone positive che appartengono però tutte alla stessa famiglia.
Nelle ultime 48 ore si sono registrati 3-4 nuovi casi al giorno di contagi, un numero che non consentirebbe di capire se siamo ancora in una fase di crescita o di assestamento. I prossimi 5-6 giorni saranno determinanti in tal senso.

I CPAP – SISTEMI DI VENTILAZIONE MECCANICA A PRESSIONE POSITIVA CONTINUA

Il coronavirus tra i sintomi più importanti che dà c’è l’insufficienza respiratoria dovuta alle polmoniti. Proprio su questo fronte l’assessore al welfare della Regione Giulio Gallera ha parlato oggi di buoni risultati ottenuti sui pazienti con dispositivi medici noti come CPAP (continuous positive airway pressure). Sono sistemi di “ventilazione meccanica a pressione positiva continua” che si stanno rivelando un valido un supporto per i pazienti che sviluppano sindromi da insufficienza respiratoria (tranne che nei casi più gravi). Queste strumentazioni, che peraltro hanno un costo molto inferiore rispetto ai respiratori della terapia intensiva, potrebbero rappresentare un modo per non intasare i reparti di rianimazione in questo momento già fortemente sotto pressione.