Allarme Confesercenti, “Anche per Mantova lo scenario è preoccupante per famiglie e imprese”

“Nonostante l’avvio positivo della stagione turistica, secondo i dati Istat, a luglio le vendite aumentano in valore rispetto allo scorso anno, ma diminuiscono in volume per il secondo mese consecutivo, proprio a causa dell’aumento generalizzato dei prezzi. E’ evidente l’inflazione aumenta la spesa, ma taglia i consumi”, questo quanto emerso dall’analisi di Confesercenti.

“Dal nostro osservatorio locale la situazione non si discosta dal quadro Nazionale, registriamo un aumento generalizzato della spesa rispetto allo scorso anno e di contro una contrazione del volume degli acquisti, sempre parlando di valori in media”, spiega il direttore Davide Cornacchia. A farne le spese sono soprattutto i piccoli esercizi di vicinato che segnano il passo, con una variazione della spesa nulla rispetto a luglio 2021, che corrisponde a circa – 5 punti in meno delle vendite in volume.

Al contrario, la grande distribuzione registra una crescita stimabile in oltre 2 punti percentuali mentre il commercio elettronico segna un forte rilancio (20,6% in più rispetto allo scorso anno).

Quello che sta accadendo è che le famiglie stanno ancora cercando di mantenere inalterati i livelli di consumo ma l’elevata dinamica dei prezzi sta costituendo un vincolo insormontabile.

Numeri che lasciano prospettano comunque un futuro ancora incerto: l’inflazione per ora non accenna a diminuire e con l’avvicinarsi dell’autunno e dell’inverno le famiglie registreranno in misura crescente gli effetti dell’esplosione delle bollette energetiche sui propri bilanci, con conseguente caduta dei redditi e diminuzione dei consumi in favore delle spese obbligate.

“Se da un lato – conclude Confesercenti – lo scenario è pesante per le famiglie lo è anche per le piccole imprese del turismo e del terziario, che dipendono dal mercato interno, schiacciate tra il rallentamento dei consumi e l’aumento dei propri costi fissi. Serve un intervento immediato per attutire l’impatto degli incrementi di energia e gas, il rischio è che decine di migliaia di attività vengano messe fuori mercato nei prossimi dodici mesi”.