Caregiver familiare, da Regione Lombardia un fondo dedicato: come accedervi

MANTOVA – Il sostegno al domicilio delle persone in condizione di fragilità è una questione di grande rilievo ed attualità nel nostro Paese, impegnato da tempo ad approntare, attraverso i propri sistemi di welfare, servizi diversificati atti a rispondere, in maniera qualificata e sostenibile, ai diversi bisogni di una popolazione sempre più anziana. A tal fine, nel tempo, sono stati implementati ed innovati servizi e misure attraverso cui assicurare risposte appropriate ai diversi bisogni, calibrate in funzione dei livelli di fragilità e/o di non autosufficienza della popolazione.

Anche nei territori di ATS Val Padana, negli anni, si è pertanto strutturata un’offerta di servizi, residenziali, diurni e domiciliari sempre più ampia e qualificata che, ad oggi, attraverso la rete residenziale assicura protezione e cure prioritariamente alle persone che – per i livelli di maggiore fragilità e/o compromissione delle autonomie e/o perché prive dei necessari supporti familiari – non sono più in grado di essere assistite al proprio domicilio.

Laddove, invece, esistono condizioni che consentono la presa in carico domiciliare, intervengono – in relazione alle specificità dei bisogni – per lo più il servizio di assistenza domiciliare dei Comuni (SAD) e il servizio di Cure Domiciliari Integrate (CDom).

“Il primo – gestito in modo associato dalle Aziende/Consorzi sociali dei Comuni –  risponde a bisogni di natura prettamente socioassistenziale e garantisce servizi quali l’igiene personale, il pasto, il supporto al disbrigo delle faccende domestiche, ecc.; il secondo –  di competenza delle ASST –  assicura, invece, prestazioni per lo più di natura sanitaria (infermieristiche o di aiuto infermieristico, fisioterapiche, ecc.) erogate da enti accreditati, pubblici e privati. Ad integrazione di questi servizi della rete consolidata, negli anni Regione Lombardia ha promosso e messo in campo ulteriori servizi innovativi e sperimentazioni a sostegno della domiciliarità – dalla misura “RSA aperta” al “reddito per l’autonomia” – e governato le azioni collegate al Piano Nazionale non Autosufficienza attraverso le misure destinate alla disabilità grave (Misura B2) e gravissima (Misura B1). Uno degli elementi che maggiormente qualifica queste misure è lo sguardo posto non solo alla persona beneficiaria in condizioni di fragilità ma anche al nucleo familiare di riferimento, attraverso azioni di supporto specificatamente dedicate al caregiver, come l’assistenza tutelare in assenza temporanea dello stesso o il sostegno psicologico. È però necessario sottolineare che questi servizi e queste misure risultano più facilmente attivabili e maggiormente rispondenti ai bisogni delle persone se nel contesto domiciliare possono aggiungersi al lavoro di cura prestato dai familiari o da personale assunto direttamente dalle famiglie – come ad esempio le assistenti familiari/badanti” dichiara una nota di ATS

La figura del caregiver, letteralmente prestatore di cure, è dunque centrale – afferma Carolina Maffezzoni, Direttore Sociosanitario di ATS della Val Padana -. È il pilastro intorno al quale ruota l’organizzazione di servizi funzionali a mantenere al domicilio la persona fragile. Recenti studi e ricerche – come il Rapporto di Ricerca Over anno 2023 – ci dicono però che questo pilastro è donna in 7 casi su 10, spesso figlia con un’età media intorno ai 60 anni. Stiamo, quindi, sempre più assistendo a caregiver che hanno molteplici funzioni di cura: verso i genitori anziani e verso i figli e i nipoti, in un’età in cui più della metà ha ancora un’occupazione a tempo pieno. I caregiver oggi – prosegue Maffezzoni – ancorché essenziali ai fini della progettazione e realizzazione di una buona assistenza al domicilio, sono ancora una forza silenziosa. È importante quindi investire nel loro accompagnamento e nella loro formazione e prendersi cura anche della loro salute. I cambiamenti demografici e le intervenute modifiche della struttura familiare portano, infatti, in evidenza gli elementi di vulnerabilità del caregiver a cui accennavo prima. Sono quindi da leggersi come prime importanti direttrici di lavoro, sulle quali continuare ad investire, la recente legge regionale – n. 23/22 – che riconosce la figura del caregiver e le misure ad essa dedicate, prima fra tutte il Fondo a sostegno del caregiver.”

CHE COS’È

Il Fondo Caregiver Familiare si concretizza nell’erogazione di un contributo economico fino ad un massimo di 1.200 euro, riconoscibile a fronte di spese sostenute dal caregiver per l’attivazione di servizi per la sostituzione temporanea del proprio intervento di cura.

Nello specifico, il contributo consiste in un rimborso per spese sostenute nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2023 ed il 31 dicembre 2023 relative a:

  • interventi domiciliari effettuati da enti qualificati nel settore dell’assistenza domiciliare a favore di persone con disabilità gravissima che necessitano di assistenza continuativa 24 ore su 24, ad esempio: Servizio di Assistenza Domiciliare (SAD), Assistenza Domiciliare Integrata (ADI), Voucher Misura B1;
  • interventi residenziali extra familiari, per il soggiorno temporaneo in unità di offerta residenziali o comunque in grado di dare una risposta adeguata ed appropriata ai bisogni della persona con disabilità gravissima, ad esempio RSA che effettuano ricoveri di sollievo su posti non a contratto;
  • interventi di formazione/addestramento del caregiver, di supporto alla gestione familiare e del carico di cura, ad esempio nell’organizzazione e gestione funzionale degli spazi abitativi, nell’addestramento al corretto utilizzo degli ausili, nell’addestramento ai passaggi posturali, alla mobilizzazione in sicurezza, eccetera.

MODALITA’ DI ACCESSO

Potranno presentare domanda per il Fondo Caregiver i familiari che assistono congiunti con disabilità gravissima o grave, non già fruitori della Misura B1 o B2. In particolare:

  • I familiari che assistono congiunti con disabilità gravissima per presentare la richiesta di accesso al fondo:

dovranno rivolgersi all’ASST territorialmente competente, consegnando la documentazione attestante le spese sostenute per gli interventi attivati in propria sostituzione nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2023 ed il 31 dicembre 2023. Le fatture potranno essere consegnate durante tutto l’anno, sino al 31 dicembre 2023. A partire dal mese di gennaio 2024, acquisite tutte le fatture, l’ATS della Val Padana redigerà una graduatoria a seguito della quale, a febbraio 2024 verrà erogato il contributo.

  • I familiari che assistono congiunti con disabilità grave per presentare la richiesta di accesso al fondo:

dovranno rivolgersi al proprio Comune o Ambito di competenza consegnando la documentazione attestante le spese sostenute per gli interventi attivati in propria sostituzione nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2023 ed il 31 dicembre 2023. Le fatture potranno essere consegnate durante tutto l’anno, sino al 31/12/2023.  A partire dal mese di gennaio 2024, acquisite tutte le fatture, l’Ambito di competenza territoriale redigerà una graduatoria, sulla base della quale a febbraio 2024 verrà erogato il contributo.

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