Coldiretti, il caro bollette mette in crisi anche la conservazione dei kiwi

MANTOVA – Non bastava la concorrenza della Grecia, sempre più agguerrita sui mercati internazionali e con prezzi spesso più bassi rispetto a quelli italiani. Per il kiwi oggi l’allarme è dettato dai rincari energetici che colpiscono l’intera catena di approvvigionamento e che stanno mettendo in pensiero anche i produttori mantovani, alla vigilia della campagna di raccolta 2022.

Lo segnala Coldiretti Mantova, al fianco dei produttori che rischiano di non riuscire a consegnare i prodotti, a causa di prezzi di mercato troppo bassi e di operatori refrattari a ritirare il frutto, che deve poi rimanere in celle refrigerate anche per giorni. Il costo dell’energia elettrica, con aumenti che si aggirano intorno al +158% rispetto a 12 mesi fa (dato medio di settembre 2002, elaborazione di Teseo.Clal.it), e del gas, schizzato addirittura a valori più elevati nell’ordine del +530% (settembre 2022 su settembre 2021), frena anche gli acquisti di kiwi.

“Fino all’anno scorso vendevo a una cooperativa di Cuneo – afferma Paolo Garonzi, produttore con 5 ettari di kiwi a polpa verde a Roverbella -. Oggi, a circa due-tre settimane dall’avvio della campagna di raccolta, nessuno si è fatto vivo per ritirare la merce”.

Rispetto ai costi di produzione, cresciuti appunto per effetto dei costi del gasolio agricolo necessario per irrigare, dei fertilizzanti, “stimiamo spese vive per almeno 50 centesimi al chilogrammo, quando i prezzi che sentiamo offrire in giro si collocano sui 20-30 centesimi garantiti, cioè al di sotto dei costi di produzione”.

Il mercato è un’altra nota dolente. Lo conferma Matteo Principe, tre ettari in produzione nel comune di Roverbella e l’incertezza di dove collocare i kiwi e soprattutto a che prezzo. “Nonostante la siccità, che quasi tutti i produttori hanno affrontato ricorrendo a sistemi di irrigazione a goccia per ottimizzare le risorse idriche – spiega – le produzioni dovrebbero essere in linea con lo scorso anno sul fronte quantitativo. Nella mia azienda prevedo di arrivare sui 700-800 quintali in totale. Rispetto al 2021, però, girano offerte da parte dei primi acquirenti attorno ai 50 centesimi per la prima scelta, mentre un anno fa eravamo a circa 1,20 euro al chilogrammo, cioè più del doppio, quando al consumatore arrivano a costare, anche oggi, sui 3,80-4,50 euro al chilo”.

Stesso refrain per Luca Larzeni, che coltiva un ettaro a Volta Mantovana di kiwi a polpa verde, della varietà Hayward, la più diffusa. “Il caro energia ci si sta riversando contro – ammette -. I frigoriferi per la conservazione hanno raggiunto costi insostenibili e chi deve acquistare sta valutando se conviene o no. Di sicuro a noi produttori sotto una certa soglia conviene lasciare i frutti sulla pianta e non raccogliere”.

Uno scenario che preoccupa e che spinge Coldiretti Mantova a chiedere interventi urgenti a favore delle imprese, per sostenere le spese energetiche e le filiere in difficoltà.

Chiusi definitivamente i canali con la Russia, le speranze di esportare si concentrano verso l’Asia, dove il kiwi Made in Italy, grazie alla propria qualità, ha trovato spazio in Corea del Sud, a Singapore, in Cina, nelle Filippine.

Mantova è la regina della Lombardia per la coltivazione dei kiwi, rileva Coldiretti Mantova, con una superficie in produzione di 480 ettari, su un totale regionale di 695 ettari. A livello nazionale gli ettari coltivati a kiwi sono oltre 26.300, dei quali 24.800 in produzione

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