Decreto Aiuti ter, Anp-Cia: “Non basta a tutela pensionati. Per sviluppo Paese serve attuazione Pnrr”

Alessandro Del Carlo

ROMA – L’approvazione del Decreto Aiuti ter è una boccata d’ossigeno per famiglie e pensionati, ma non basta a garantire i servizi necessari e adeguati allo sviluppo del Paese che richiede subito l’attuazione del Pnrr. A dirlo è Anp, l’Associazione nazionale pensionati di Cia-Agricoltori Italiani parlando del provvedimento del Governo Draghi.

Per Anp-Cia sono, dunque, apprezzabili le misure a sostegno delle famiglie a basso reddito e delle imprese colpite dall’inflazione e dal caro bollette, ma servirà un altro provvedimento di replica entro la fine dell’anno se si vogliono salvare dalla povertà milioni di pensionati con assegni al minimo. Ciò tenuto conto anche del fatto che -precisa Cia- il bonus da 150 euro, d’interesse per 22 milioni di famiglie, sarà pagato a novembre a tutti i lavoratori dipendenti, ai pensionati e agli autonomi che dichiarano un reddito inferiore a 20 mila euro lordi annui.

A essere positiva per Anp-Cia anche la proroga, per il quarto trimestre 2022, del bonus sociale per l’energia, ossia dello sconto previsto per i clienti domestici, economicamente svantaggiati, e i clienti domestici, in gravi condizioni di salute, anche se -rileva l’Associazione- la soglia ISEE non è stata innalzata fino a 15 mila euro, limite che era dato quasi per certo alla vigilia del decreto. Si è, invece, mantenuto il limite dei 12 mila euro, così come approvato ad aprile. Con il perdurare dell’emergenza appare, dunque, urgente che vada migliorato, per far fronte ai maggiori costi determinati non solo dall’aumento dei prezzi, ma anche dalla crisi pandemica che colpisce, ancora, persone e imprese, anche indirettamente, attraverso il rincaro di servizi e strutture. Bene, quindi, lo stanziamento di altri 400 milioni per il Servizio sanitario nazionale -chiosa Anp-Cia- suddiviso tra le regioni e le province autonome per fronteggiare i rincari nel settore ospedaliero, comprese Rsa e strutture private, e gli ulteriori fondi per gli enti locali e il terzo settore.
Inoltre, ad Anp-Cia piace la modalità di reperimento delle risorse che scongiura lo scostamento di bilancio e, quindi, senza mettere a rischio i conti pubblici. Serve, comunque, oltre alle misure una tantum come quelle appena approvata, anche un aumento degli assegni, con interventi strutturali in primis sulle pensioni basse.

Detto questo, le aree interne continuano a essere motivo di grande cruccio per l’Associazione di Cia. C’è ancora un’Italia di serie “B” -fa notare, richiamando gli ultimi dati Istat- con ben 3.834 Comuni, il 48,5% del totale, più lontani da servizi essenziali, ospedali, scuole e ferrovie, spesso privi di farmacia rurale, con un numero di anziani residenti che è il doppio dei giovani. Per questo -precisa Anp-Cia- è necessaria l’attuazione urgente delle misure contenute nel Pnrr e dagli altri provvedimenti mirati alle zone rurali del Paese.

“È urgente – spiega  il presidente nazionale, Alessandro Del Carlo – assicurare a tutti quei servizi che contribuiscono fattivamente al progresso di un Paese moderno. Si lavori una volta per tutte, e seriamente, sull’ammodernamento infrastrutturale delle reti fisiche e digitali, non tralasciando la viabilità interna nei piccoli centri e l’ultimo miglio dell’accesso a internet. Sono elementi imprescindibili per la tenuta delle comunità rurali e, quindi, contro lo spopolamento. Siano rispettati, equamente per tutti i cittadini, il diritto allo studio e alla salute, sia incentivata l’imprenditorialità e il contributo importante che in queste aree d’Italia assicura l’agricoltura, che insieme a commercio e artigianato, svolge una funzione di servizio al territorio, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo economico e di coesione sociale”.

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