Delitto di Canneto la badante non finira’ in carcere, il Gup “incapace di stare a processo”

CANNETO SULL’OGLIO – Incapace di intendere e di volere e quindi non in grado di stare a processo. Barbara Chmurzynska, 59 anni, la badante che nel settembre 2018 uccise una donna e ferì altre tre persone a Canneto sull’Oglio non finirà in carcere.

E’ la decisione presa oggi dal gup Gilberto Casari, che, in base alla perizia stilata dallo psichiatra Pietro Lucarini ha sospeso per un anno il procedimento nei confronti della badante polacca che il 1° settembre del 2018 aveva ucciso a coltellate Paola Beretta, bibliotecaria 54enne di Canneto sull’Oglio, e ferito altre due persone: il fotografo cremonese Antonio Barisani e Davide Malinverni.

Per lei l’accusa è omicidio volontario premeditato e tentato omicidio.

Per l’esperto, l’imputata è affetta da ‘psicosi paranoidea’, rappresentata da un ‘grave stato dissociativo, pensiero ossessivo con idee deliranti, assenza di partecipazione emotiva ai fatti, memoria e concentrazione insufficienti, assenza della capacità di critica e di giudizio della realtà e mancata consapevolezza della malattia’. Secondo lo psichiatra, la badante polacca è una persona ‘socialmente pericolosa’. ‘Essendo il reato strettamente correlato al sintomo psicotico che la spinse all’aggressione mortale e indiscriminata ai danni di soggetti inermi, necessita di una valutazione prolungata nel tempo. Attualmente non è in grado di partecipare coscientemente al processo a suo carico’.

Al perito, che era stato incaricato di valutarne le condizioni mentali, la donna aveva riferito di non avere alcun ricordo di quanto successo e che da tempo di sentiva perseguitata dalle persone del paese. Per questo motivo girava armata di coltelli per potersi difendere da eventuali aggressioni.

Un pomeriggio da dimenticare, quello del 1° settembre 2018, durante il quala la 58enne era entrata al Museo brandendo un coltello da macellaio, e di punto in bianco aveva aggredito e ferito mortalmente la bibliotecaria, morta poco dopo nonostante i soccorsi per via di una profonda ferita. Nella sua furia aveva poi aggredito anche Malinverni e Barisani: il primo era stato colpito tre volte alla schiena, trasferito d’urgenza al Civile di Brescia e poi fortunatamente dichiarato fuori pericolo. Nell’aggressione a Barisani, colpito solo di striscio, era rimasta coinvolta anche l’anziana madre, in carrozzina, caduta rovinosamente a terra durante la colluttazione.

A interrompere il raptus omicida fu un agente di Polizia Locale in quel momento fuori servizio, che non senza fatica era riuscito a bloccare la donna almeno fino all’arrivo dei Carabinieri. Chmurzynska era stata accusata di omicidio e lesioni volontarie.

Nella sua abitazione erano stati recuperati almeno 12 coltelli che secondo gli investigatori erano pronti per essere utilizzati in altre potenziali aggressioni.