Delitto di piazza Virgiliana, per il parricida chiesti 30 anni

Ex funzionario della Procura a processo. L'accusa:

MANTOVA – Trent’anni di reclusione per omicidio volontario pluriaggravato; questa la richiesta detentiva avanzata dal sostituto procuratore Silvia Bertuzzi nei confronti di Nicola Vignali, il 38enne accusato di aver ucciso il padre Paolo, la sera del 1° ottobre 2018, nell’abitazione dei genitori in piazza Virgiliana. La seduta di ieri, fissata davanti al giudice per l’udienza preliminare Matteo Grimaldi, è stata di fatto prettamente dedicata alla requisitoria del pubblico ministero che per l’imputato ha quindi chiesto il massimo della pena edittale prevista nel giudizio con rito abbreviato scelto a suo tempo dalla difesa. Lo scorso marzo, all’esito della discussione della perizia psichiatrica, il giudice per le indagini preliminari aveva statuito la piena capacità d’intendere e di volere dell’imputato al momento del delitto decretandone così la sua immediata processabilità. A gennaio Vignali era stato trasferito dalla casa circondariale di Montorio alla sezione psichiatrica del carcere di Belluno dov’è tuttora detenuto. Il 38enne era stato arrestato a Verona la mattina seguente all’omicidio del padre 62enne con cui la sera precedente aveva avuto una violenta lite scoppiata per futili motivi all’interno dell’abitazione di famiglia in piazza Virgiliana. Subito dopo averlo colpito a morte dapprima accoltellandolo all’addome e quindi infierendo ripetutamente al capo con il basamento in marmo di una statuetta d’argento, era fuggito in auto raggiungendo Verona. Dopo aver vagato tutta la notte si era presentato al pronto soccorso dell’ospedale Borgo Trento, dov’era infine stato arrestato. All’interrogatorio di convalida qualche giorno daveva dichiarato di rivedere nel gip Dio. Il processo proseguirà il prossimo 21 febbraio per repliche e sentenza.