I mantovani poveri rinunciano a curarsi

MANTOVA Sono venti nel mantovano gli enti che si adoperano per gli aiuti farmaceutici e sanitari a favore delle persone povere, quelle che fanno fatica a far fronte alle spese per la salute. Sono tutti enti che intervengono nella filiera delle donazioni promossa dal Banco Farmaceutico che stamani a Palazzo Soardi ha presentato dati e fenomeni che emergono dall‘Osservatorio della povertà sanitaria in provincia di Mantova coordinato da Giancarlo Rovati del dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano.
Dall’indagine emerge ad esempio che negli ultimi anni è cresciuto il gap tra le confezioni di medicinali richieste dagli enti al Banco e quelle effettivamente ricevute e il tasso di copertura è stato del 79,6%. Ciò a causa di un impoverimento crescente della popolazione che ha fatto aumentare la domanda.

Intervista a Antonella Fada, Coordinamento Osservatorio della Povertà Sanitaria

I dati della povertà sanitaria evidenziano in particolare una situazione profondamente squilibrata tra chi è povero e chi non lo è

Intervista a Giancarlo Rovati, docente del dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica di Milano

Le famiglie povere dedicano alla spesa sanitaria solo il 2,8% delle risorse economiche a disposizione, quasi completamente spese per i farmaci a pagamento. Per i servizi dentistici i poveri spendono solo poco più di 2 euro al mese ,15 volte di meno dei non poveri, con tutte le conseguenze immaginabili.
Nel mantovano nel 2018 sono state 3229 le persone assistite, in maggioranza maschi con un’età tra i 18 e i 64 anni