I sindaci alla Regione: test sierologici a tappeto anche a tutti i cittadini mantovani

MANTOVA –  Il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, ha annunciato che entro pochi giorni verrà dato il via alla somministrazione dei test sierologici che, con un severo grado di attendibilità, dovrebbero certificare l’immunità al virus e dunque permettere di gestire consapevolmente la fase della ripartenza e della reintegrazione sociale. La provincia di Cremona, una di quelle più colpite, si è candidata per un massiccio intervento che coinvolga tutta la popolazione residente. Ma la necessità di eseguire test a tappeto su tutta la popolazione arriva anche dalla provincia di Mantova. A tal riguardo è stato stilato un documento con il quale tutti i sindaci virgiliani chiedono al Governatore e all’assessore Giulio Gallera di poter  avere la stessa possibilità data alla confinante Cremona.  Pare però che, nonostante l’emergenza sanitaria, vi siano ancora delle riserve da parte di alcuni primi cittadini di centro destra. Vincoli, questi, che sarebbero giustificati da pressioni politiche arrivate direttamente da Milano. Comunque, come invece dichiarato dalla maggior parte degli amministratori locali, questo documento arriverà entro breve sul tavolo della giunta regionale

Di seguito il testo della lettera:
“Negli scorsi giorni abbiamo appreso che è intenzione dell’Amministrazione Regionale Lombarda iniziare la somministrazione dei test sierologici, ideati e testati presso l’IRCCS pubblico San Matteo di Pavia, che dovrebbero certificare l’immunità al virus e dunque permettere di gestire consapevolmente la fase della ripartenza e della reintegrazione sociale.Secondo le dichiarazioni dell’Assessore regionale al welfare, Gallera, la nostra Regione intenderebbe procedere con 20mila test sierologici al giorno all’interno di un piano di azione, condivisibile, che coinvolgerebbe in prima battuta gli operatori sanitari, sociosanitari nonché i cittadini che devono tornare al lavoro “con particolare riferimento alle province di Bergamo, Brescia, Cremona e Lodi”.In qualità di sindaci rappresentanti il territorio della provincia mantovana, che insieme a quella di Cremona costituisce l’ATS Val Padana, ci si è sentiti nella necessità di evidenziare le criticità vissute anche dalle nostre Comunità proprio alla luce delle dichiarazioni sopracitate.Infatti, come è noto, anche il nostro territorio conta un elevato numero di contagi. Alcune zone della nostra provincia sono state maggiormente colpite causa la vicinanza a Brescia e Cremona, registrando elevati contagi con picchi chiaramente ben al di sopra della media Lombarda.Ci preme sottolineare che, a nostro parere, all’interno del quadro emergenziale che ha travolto la nostra regione sia indispensabile operare con un’omogeneità di trattamenti sia tra le diverse ATS e ancora di più tra i territori che sono interessati e gestiti da un’unica Agenzia di Tutela della Salute, come accade per le provincie mantovana e cremonese..Azioni diversificate non sono auspicabili, e neppure sostenibili, soprattutto guardando quegli Enti che si trovano in zone di confine tra le due entità provinciali. Basti pensare, per esempio, al Comune di Viadana che conta ad oggi 195 contagi, al Comune di Castiglione delle Stiviere che ne conta 200, la Città di Mantova dove sono registrati 229 casi positivi al Codid-19 o il Comune di Castel Goffredo che ne annovera 117. Oppure meritano di essere prese in considerazione anche le percentuali di infetti registrate in alcuni enti di confine, come quella di Canneto sull’Oglio, che con il suo 1,8% di contagiati, mostra perfettamente come la situazione debba essere assimilabile a quella vissuta dal confinante territorio cremonese. A tutto ciò, ovviamente, deve essere aggiunto quel sommerso di soggetti sospetti che, non avendo potuto fare il tampone, sta eseguendo in modo precauzionale un periodo di convalescenza nelle proprie abitazioni, senza alcuna possibilità di riscontro.Senza scendere in sterili polemiche, non possiamo non farvi notare che, ad esempio, le iniziative legate ai tamponi per il personale e per i degenti delle case di riposo nel territorio Mantovano sono iniziate in modo tardivo, cosi come l’attivazione dei laboratori per l’effettuazione dei tamponi al Carlo Poma di Mantova.Per contro, nelle nostre strutture sanitarie di riferimento registriamo con entusiasmo e soddisfazione l’avvio delle prime sperimentazioni delle cure attraverso l’utilizzo del plasma iperimmune prelevato da soggetti guariti da COVID-19 con entusiasmanti risultati.Non da ultimo riteniamo sia da prendere in considerazione il notevolissimo indotto industriale e produttivo insediato in molte parti della provincia, sia in relazione agli impianti che per specificità e strategicità sono rimasti in funzione (si pensi per esempio alle filiere agroalimentari e agricole, preponderanti nel territorio mantovano e di fondamentale importanza per l’intero comparto regionale), sia per la enorme pressione esercitata dalle aziende manifatturiere per le quali diviene ogni giorno più forte la necessità di una riapertura celere, seppur graduale e controllata, degli impianti produttivi e dei flussi economici di uno dei cuori pulsanti dell’economia nazionale.Il numero dei lavoratori coinvolti e potenzialmente a rischio, da solo, giustificherebbe un controllo esteso mediante l’uso di sistemi diagnostici affidabili e veloci, oltre alle evidenti conseguenze economiche e agli effetti immediati sulla sicurezza dei posti di lavoro. Alla luce di quanto sopra, vorremmo che i comuni Mantovani potessero essere interessati, alla stregua dei comuni Cremonesi, da azioni massicce per l’attività di campionamento con i prossimi test di verifica, considerando tra i prioritari anche i comuni più colpiti della provincia di Mantova.Chiediamo quindi la stesura di un piano di azione che preveda anche il nostro coinvolgimento per agevolare un campionamento diffuso e capillare, rendendoci da subito disponibili per facilitare tale importante azione mediante attività di coordinamento e sostegno, sollecitando, se questo potesse servire, la partecipazione anche economica di gruppi industriali e di cittadini che si dovessero rendere disponibili.Candidiamo, dunque, la nostra Provincia per un robusto intervento secondo le gerarchie da voi stabilite, nel modo più tempestivo possibile, che coinvolga tutta la popolazione residente, rendendoci disponibili, sin da subito, ad una pianificazione per ottenere il migliore dei risultati.Non invochiamo priorità per il solo gusto di essere “tra i primi”, quanto piuttosto siamo convinti che anche il nostro territorio, cosi fortemente ferito, possa trovare ristoro da un’azione di verifica alla pari degli altri territori maggiormente colpiti.Nell’attesa di un vostro positivo riscontro, oltre a ringraziarvi anticipatamente per la vostra attenzione, siamo ad offrire tutta la collaborazione che la nostra tradizionale laboriosità ci consente di mettere a disposizione.