MANTOVA – Era il 20 luglio 1952 quando, grazie all’impegno e ad un percorso non privo di difficoltà di un giovane medico, Vittore Baroni, già donatore a Cremona, nasceva a Mantova la sezione dell’Avis cittadina, la prima in assoluto di tutto il territorio virgiliano, che precedette anche quella provinciale.
L’Avis Comunale di Mantova spegne dunque 70 candeline e lo fa con numeri davvero importanti: 1600 donatori nel 2021 e 3562 donazioni, 644 in più dell’anno precedente di cui 144 da nuovi donatori. Settant’anni di storia, migliaia di donatori, decine di migliaia di donazioni di sangue, ma soprattutto un legame indissolubile con la città e un ruolo chiave nella sua comunità.
Un traguardo importante che l’Associazione, così come spiegato oggi nella sede comunale presso l’ospedale Carlo Poma dalla Presidente Alessia Merico, dall’Assessore al Welfare del Comune di Mantova Andrea Caprini e da Federica Pradella, storica e guida turistica, festeggerà ripercorrendo la sua storia, e coinvolgendo i mantovani in un calendario di nove eventi che occuperà un arco di sei mesi, da fine marzo a fine settembre. Una serie di interessanti iniziative, patrocinate dal Comune, aperte a tutti i cittadini e sempre ad accesso libero, che vedranno il coinvolgimento di tante realtà del territorio.
Dalla storia alla medicina, dallo sport alla cultura, passando per teatro, arte e ambiente.
IL CALENDARIO DELLE INIZIATIVE PER I 70 ANNI DELL’ AVIS CITTADINA
Si parte con un’anteprima: venerdì 25 marzo alle ore 18 in Piazza Leon Battista Alberti l’apertura ufficiale del Settantesimo con la presentazione di tutti gli eventi. Poi, domenica 27, il primo appuntamento vero e proprio: una camminata per Mantova in collaborazione con Uisp (partenza da Campo Canoa alle 9, su prenotazione).
Dal 2 al 15 maggio alla Loggia del Grano c’è la mostra fotografica con cui ripercorrere le tappe salienti della storia dell’Avis mantovana, dai primi donatori ai giorni nostri (aperta dal lunedì al venerdì dalle 17.30 alle 19.30, sabato e domenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19).
Il 7 maggio (ore 18 Loggia del Grano) incontro con Federica Pradella, storica e guida turistica, per “Giovare al corpo e all’anima”: gli ideali di solidarietà sociale, assistenza e beneficenza nella città dei Gonzaga.
Il 14 maggio (ore 14.30 Sala delle Capriate) “Il plasma nella lotta al Covid-19”, una riflessione con Massimo Franchini (Direttore Medicina Trasfusionale del “Carlo Poma”). Interverranno per raccontarci dell’importanza della donazione di sangue, plasma e piastrine il dott.Gianpietro Briola (Presidente Avis Nazionale) ed il dott. Oscar Bianchi (Presidente Avis Regionale Lombardia).
Il 15 maggio alle 10.30 è il momento clou del Settantesimo con la grande parata nel centro storico insieme alle consorelle Avis, che terminerà alla Basilica di Sant’Andrea, dove verrà celebrata la messa dell’anniversario.
Il 12 giugno il primo evento teatrale: Teatro Rubens ci porta alla scoperta de “Il mito di Manto”, spettacolo itinerante nel centro storico (ore 17 e ore 19). Si passa, poi, al 24 settembre con una riflessione su cambiamenti climatici e salvaguardia dell’ambiente: “Come sta cambiando il nostro clima”, con il prof. Dino Zardi, docente dell’Università di Trento e Presidente Aisam (Sala delle Capriate ore 16).
Il 25 settembre due eventi per chiudere le celebrazioni del Settantesimo. Alle 17 alla Sala delle Capriate, Federica Pradella racconta la leggenda di San Longino in “Il sangue e il soldato”. Alle 20 nello Spazio Studio Sant’Orsola in via Oberdan va in scena “Buona la prima! Edizione Avis: Ma tu doni?”: la donazione da un altro punto di vista; a cura di Teatro Rubens.
Tutti gli eventi sono a ingresso gratuito.
IL LOGO DEL 70°
In occasione dell’anniversario è stato elaborato anche il logo ufficiale del Settantesimo Avis Mantova: a realizzare l’immagine sono stati i ragazzi e le ragazze della classe 4° A del Liceo Artistico “Giulio Romano”, indirizzo Grafica. L’immagine scelta è quella sotto riportata (clicca per ingrandirla) ma – come spiegato dalla presidente Merico – “tutte le proposte pervenute erano molto belle e quindi si è deciso di esporle alla Loggia del Grano”.
LA STORIA: TUTTO INIZIO’ NEL 1952 DALLA CAPARBIETA’ DI UN GIOVANE MEDICO. DUE UOVA CRUDE E UN BICCHIERE DI MARSALA ERANO LA RICOMPENSA PER I DONATORI
Vittore Baroni, a questo giovane medico e alla sua caparbietà si deve la nascita dell’Avis del capoluogo virgiliano. Siamo agli inizi degli anni ’50, lui è già un donatore a Cremona e decide che è arrivato il momento di portare nella sua Mantova la cultura della solidarietà rappresentata dall’Avis.
Fino a quel momento infatti la donazione di sangue, in città, avveniva ancora dietro pagamento di un compenso e la proposta innovativa di offrire sangue a chi ne aveva bisogno in modo totalmente gratuito e con spirito puramente altruistico non fu accolta senza ostacoli.
L’atto di nascita viene siglato il 20 luglio 1952 al Teatro Bibiena. La sede era la stessa abitazione del fondatore e i soci erano 38. L’anno dopo saranno già il doppio, tracciando un incremento esponenziale che ha portato fino ai 1.600, tutti volontari appassionati, di oggi.
La prima donazione di sangue avviene a ottobre del ‘52. La modalità era quella “braccio a braccio”, con il donatore collegato direttamente al ricevente. La ricompensa per i donatori? Un bicchiere di Marsala e due uova crude.
I primi anni sono complicati e i soci sono impegnati nel dare un’organizzazione all’Associazione, creare una collaborazione con l’ospedale e sviluppare convenzioni per gli avisini. E’ il gennaio del ’56 quando apre la prima emoteca al Carlo Poma. Da qui le sedi Avis iniziano a sorgere anche in provincia. Negli stessi anni si svolge la prima festa Avis a Mantova, inaugurando così lo spirito conviviale e il senso di appartenenza che prosegue anche oggi.
Negli anni ’70 arriva anche il primo centro donazioni su ruote: un autobus dell’Apam trasformato allo scopo e chiamato amichevolmente “Maristella”: serviva a raggiungere i donatori in provincia che non potevano perdere un giorno di lavoro per recarsi all’ospedale. In questi anni apre anche la prima sede vera e propria con centro di raccolta, in via Principe Amedeo.
Tra gli anni Ottanta e il Duemila si lavora sull’organizzazione dei volontari e della struttura e sul coinvolgimento dei giovani, anche attraverso i programmi con le scuole. Si passa da poco più di 600 donazioni all’anno a quasi 4.000. Nel ’93 iniziano anche le donazioni di plasma, che diventano – negli anni più recenti – una delle campagne principali.
Nell’ultima fase, la sede si sposta nell’attuale palazzina all’interno dell’ospedale e l’attività aumenta e si diversifica sempre di più sul piano della sensibilizzazione e del coinvolgimento della città. Tante le iniziative con le scuole, le attività in collaborazione con le altre associazioni di volontariato e con realtà culturali della città, tra cui Festivalettura.