Lavoratore delle Raccorderie metalliche morto schiacciato: condannati i titolari dell’azienda

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MANTOVA – E’ terminato con la condanna in primo grado a due anni e sei mesi di reclusione per Pierluigi Ceccardi e i due figli Guido e Antonella, componenti del Cda delle Raccorderie Metalliche di Campitello di Marcaria, il processo per l’infortunio sul lavoro avvenuto il 25 agosto DEL 2014  all’interno della ditta  in seguito al quale aveva perso la vita  Massimo Fengoni, un 60enne che abitava a Mantova nella frazione di Castelletto Borgo e che era morto il 5 novembre seguente, dopo due mesi di agonia.
L’accusa per i tre era di omicidio colposo.
Al momento dell’infortunio Massimo Fengoni era sul carrello a doppio comando di una piattaforma elevatrice e stava imbiancando la parete di un capannone dello stabilimento; forse a causa di un malore l’artigiano aveva urtato la leva dei comandi e la piattaforma era salita fino al soffitto schiacciando l’artigiano, che aveva riportato dei gravissimi traumi. Dopo due mesi e mezzo di ricovero in ospedale era sopraggiunto il decesso.
I Ceccardi sono stati condannati dal giudice per non aver adottato i provvedimenti ritenuti necessari in modo che ogni lavoratore, in caso di pericolo grave e immediato e nell’impossibilità di contattate i propri superiori, potesse prendere tutte le misure idonee per evitare lo stesso pericolo.
Il pm aveva chiesto due anni. Il giudice ha deciso per sei mesi in più rispetto alla richiesta oltre al risarcimento di 900 mila euro per i familiari della vittima. 
La difesa ha già annunciato che ricorrerà in appello.