Lavoratori dello spettacolo in crisi. Grossi (Cgil). “Molte realtà rischiano di chiudere”

Mantova, da inizio crisi 3500 aziende in meno e 18.000 persone emigrate. E' la fotografia della Cgil. La calzetteria perde il 40% degli addetti

MANTOVA – Avevano da poco ripreso, con grosse difficoltà, a lavorare dopo il lockdown e devono fermarsi ancora. Stiamo parlando dei lavoratori della produzione culturale e dello spettacolo bloccati dal recente dpcm che ha fermato gli spettacoli dal vivo, chiuso teatri e anche sale cinematografiche. Oggi – venerdì 30 ottobre – a Milano, in piazza della Scala, è andata in scena la manifestazione di protesta organizzata da Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil che ha visto scendere in piazza i lavoratori di questi settori che chiedono al governo di riaprire sale cinematografiche e teatri.

Cinema e teatri – spiega Alessandra Grossi di Slc Cgil Mantovasono stati i primi a fermarsi e gli ultimi a ripartire e ci risulta che sono sempre stati applicati con rigore protocolli di sicurezza anti covid previsti per garantire la salute di lavoratori e spettatori. Ora con questo nuovo stop molte attività verranno messe in ginocchio e alcune rischiano di chiudere definitivamente“.

Per quanto riguarda la provincia di Mantova, il comparto più colpito è quello delle sale cinematografiche con 27 addetti, di cui almeno 5 intermittenti (con il contratto a chiamata). La maggior parte delle imprese dello spettacolo è, poi, composta da teatri privati, imprese private, associazioni culturali, che non potranno aprire ancora per parecchi mesi e, di conseguenza, non potranno occupare i lavoratori che già vivono le difficoltà del lavoro discontinuo privo di tutele. È chiaro che a catena l’indotto di trasportatori, noleggiatori di materiale audio/luci/video e scenografiche subirà di conseguenza analogo destino.

Questi settoriprosegue Grossihanno la necessità di essere sostenuti, anche perché molti non hanno ancora ricevuto le indennità promesse. Molti dei lavorati di questo settore, poi, sono precari, e per loro la situazione è ancor più complicata per le difficoltà ad accedere agli ammortizzatori sociali in modo strutturale“.