Legge di Bilancio e concertazione governo-personale scolastico: i sindacati minacciano sciopero se l’incontro fallisce

MILANO –  “Umiliati, scioccati, delusi e anche increduli difronte al trattamento che il Governo ha riservato al mondo della scuola all’interno del decreto legge della Legge del bilancio”. A fare questa dichiarazione, che in effetti non lascia nulla di sottointeso , è Tobia Sartori, segretario regionale della Flc Cgil Lombardia che insieme ai colleghi della Uil Scuola Rua, Snals e Gilda hanno indetto uno stato lo stato di agitazione di tutto il mondo della scuola, docenti, Ata e dirigenti scolastici, per protestare rispetto al trattamento riservato, a loro avviso, al mondo della scuola dal Ministero nella legge di Bilancio. Rimostranze che potrebbero, in effetti, sfociare in uno sciopero generale se l’incontro, tenutosi al Ministero, tra i rappresentanti sindacali e il ministro dell’istruzione Patrizio Bianchi con l’intento di trovare una mediazione, conciliazione previsto dalla norma, non dovesse andare a buon fine.
«Siamo sconcertati e scandalizzati, perchè a fronte di promesse fatte da parte del governo, che non meno di qualche mese fa ha dichiarato che la ripartenza dove arrivare proprio dalla pubblica amministrazione , noi della scuola siamo stati veramente in maniera vergognosa rilegandoci in fondo alla lista dei lavoratori – hanno dichiarato i rappresentanti dei sindacati-. A partire dalle risorse per il rinnovo del Ccnel (scaduto a dicembre del 2018), alle risorse per la proroga dei cosi detti contratti “Covid” , al contenuto delle note tecniche che spiegano che il poco che si concede deve andare a chi dimostra “dedizione nel lavoro”, mentre, per quanto riguarda il personale Ata se ne ignora l’esistenza dal momento che il suo lavoro viene detto ininfluente a supportare la gestione dirigenziale . Altri temi che motivano la mobilitazione sono: il superamento del precariato e la stabilizzazione del personale. Si pens che in Lombardia ci sono 30 mila supplenze e quest’anno ne sono state ricoperte solo il 45%. Stessa cosa per quanto riguarda il persona Ata, per il quale il trattamento è ancora peggiore, visto che solo il 45% dei posti sono stati assegnati. Altra cosa che ci ha fatto decidere per lo stato di agitazione, oltre ovviamente al trattamento  economico che ci vede svantaggiati rispetto a tutti gli altri lavoratori pubblici (il nostro contratto prevede un aumento di 85 euro al mese, il più basso), la mancanza di considerazione da parte delle istituzioni politiche, del mondo della scuola. Per un esempio su tutti – proseguono -, nella Legge di Bilancio ci vengono destinati 210 milioni da distribuire tra il personale scolastico in base alla dedizione, ma è assurdo e irrispettoso. Primo perchè, da sempre, la ripartizione dei fondi viene decisa in concertazione con le sigle sindacali, e poi ci si chiede con quali criteri è possibile stabilire il grado di “dedizione” di un lavoratore».
Si prospettano, quindi, mesi difficili per il mondo della scuola se il governo non decide, a breve, di contrattare e concertare affinchè il lavoratori del settore possano vedere soddisfatte, almeno in parte, le loro richieste.