Medole sotto shock per la morte di Nina. Chiusi nel dolore i genitori di Passera: “se è colpevole è giusto che paghi”

Nina Gryshak

MEDOLE – Una comunità completamente sotto shock quella di Medole. Difficile, quasi impossibile da razionalizzare la tragedia avvenuta nella villetta di Umago. C’è chi non nasconde che quello di Nina Gryshak e Marcello Passera, il presunto omicida, fosse un rapporto abbastanza turbolento ma nulla ovviamente avrebbe mai lasciato minimamente ipotizzare a quanto invece accaduto.
Marcello, operaio metalmeccanico trentenne di dieci anni più giovane di Nina, a Medole è cresciuto e qui vive ancora con la famiglia completamente sconvolta per le notizie arrivate dalla Croazia. Gente semplice e umile, la mamma è una bidella, il papà è un ex guardiacaccia, poi c’è la sorella più giovane. Sono chiusi nel loro dolore e hanno affidato a un parente il compito di parlare sulla vicenda. Se “il loro figlio è davvero colpevole allora è giusto che paghi” avrebbero detto i familiari i quali hanno saputo che al figlio è stato assegnato un avvocato d’ufficio croato. La prossima settimana cercheranno di mettersi in contatto con quest’ultimo.
Poi ci sono le due figlie di Nina, una di 21 e una di 11 anni, che entrambe erano a Medole mentre la loro mamma veniva massacrata nella villetta del villaggio di Zicchigni, località sulla costa istriana nel comune di Umago a circa tre chilometri dal mare.
Il marito da cui si era separata nel 2020 era invece in viaggio per affari in Ucraina. Ed erano invece in Polonia i due anziani genitori di Nina: si erano rifugiati lì dopo lo scoppio della guerra e dì lì sono già partiti per raggiungere Umago.
Proprio il conflitto in Ucraina aveva portato Nina ad adoperarsi in tutti i modi per aiutare il suo popolo, anche attraverso raccolte di generi di prima necessità.
Il sindaco di Medole Mauro Morandi sta cercando di stare vicino alla famiglia di Nina: oggi è andato con le due figlie e il marito separato della donna a prendere le sue cose nella casa del Comune dove viveva da dopo la separazione. La donna collaborava anche con le istituzioni locali facendo da interprete a chi arrivava dall’Ucraina. Il suo obiettivo era però di trovare un lavoro stabile in un calzettificio della zona. Il sindaco ha cercato di stare vicino anche ai familiari di Marcello Passera informandosi sulle loro condizioni dal parente a cui hanno affidato il ruolo di portavoce.
Sul corpo della donna è stata intanto eseuguita l’autopsia anche se i risultati non sono ancora stati resi noti. Nelle ultime ore si è iniziato a parlare di un corpo contundente con cui sarebbe stata colpita e ferita a morte.

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