Omicidio Tallarico, confermati in appello i 15 anni di reclusione per Muratori

MANTOVA – La procura generale chiedeva una condanna più pesante, ma i giudici della Corte d’Appello, ritenendo inammissibile il ricorso, hanno confermato i 15 anni di reclusione a carico di Brunetto Muratori per l’omicidio di Sandro Tallarico. Una sentenza che suona come una sorta di pietra tombale su questo processo celebrato con rito abbreviato, anche se non si può comunque escludere un ricorso delle parti in Cassazione una volta depositate le motivazioni. Nella circostanza la pubblica accusa, aveva chiesto la riforma della sentenza di primo grado nella quale erano state concesse all’imputato le attenuanti generiche, aumentando di conseguenza la pena finale dai 15 anni a 16 anni e 4 mesi di reclusione. Richiesta cui si sono allineati gli avvocati delle due parti civili, vedova e figlia della vittima. Presente in aula Brunetto Muratori, accanto al suo difensore, l’avvocato  Sergio Genovesi, parzialmente soddisfatto di come si è concluso il processo. Una delle eccezioni sollevate da Genovesi riguardava proprio l’inammissibilità dell’impugnazione delle sentenza di primo grado da parte della procura. L’ex orefice 73enne, dopo aver inizialmente negato qualsiasi coinvolgimento nel delitto aveva poi deciso di confessare davanti al gup di Mantova  Gilberto Casari. Muratori aveva incontrato la vittima, Sandro Tallarico, commerciante 57enne di Roverbella, lungo la ciclopedonale sul ponte di San Giorgio la mattina del 17 gennaio 2018. I due avevano avuto dei trascorsi comuni a livello di frequentazione politica; entrambi avevano avuto contatti con formazioni di estrema destra, ma le vecchie ruggini tra loro riguardavano vicende giudiziarie in cui erano entrambi rimasti coinvolti negli anni 80. Muratori aveva detto di avere sparato per difendersi da Tallarico che lo aveva affrontato armato di coltello, dopodiché era fuggito in bicicletta e aveva gettato l’arma del delitto nel lago di Mezzo, dove era stata recuperata su sua stessa indicazione.