Parco del Mincio, un progetto LIFE per la riqualificazione di tre zone umide tutelate

MANTOVA – Il Parco del Mincio e un team di 10 enti italiani e stranieri, università e enti gestori di siti Natura 2000 hanno candidato un progetto LIFE per attuare interventi di riqualificazione di tre zone umide tutelate al fine di conservare la fragile biodiversità acquatica oltre a contrastare l’eutrofizzazione delle acque dolci. Il progetto di tutela di tre habitat di interesse comunitario, protetti e tutelati dal Parco del Mincio approda alla Commissione europea e punta a ottenere i finanziamenti necessari ad attivare un progetto pilota nelle Valli del Mincio, nel laghetto di Castellaro Lagusello e nella zona umida dell’area Valle di Castiglione delle Stiviere.

Il progetto potrebbe permettere di proseguire le azioni di riqualificazione delle Valli del Mincio per le quali il Parco è annualmente impegnato, oltre a rafforzare quanto fatto nelle zone umide di Castiglione delle Stiviere nel corso del progetto attuato con Fondazione Cariplo “Tessere per la natura”.

Un secondo aspetto del progetto ha anche una componente innovativa: prevede infatti la reintroduzione di una piccola pianta da tempo scomparsa ma la cui presenza è documentata in un autorevolissimo erbario, quello di Luigi D’Arco e dedicata all’illustre naturalista bolognese Ulisse Aldrovandi da cui prende il nome: “Si tratta di una specie vegetale di grandissima rilevanza biogeografica e naturalistica, progressivamente scomparsa a causa del processo di degrado che sta minacciando il funzionamento degli ecosistemi acquatici e la loro biodiversità qui e altrove nel mondo, dove in un secolo si sono perse zone umide in misura dell’80% – spiega il presidente del Parco del Mincio Maurizio Pellizzer – : si chiama Aldrovanda vesiculosa e gli esperti mi dicono che si tratta di una pianta carnivora acquatica che predilige questi habitat ma che, un tempo presente in stagni e laghi naturali italiani ed europei, ora è totalmente scomparsa in 11 paesi europei. Ringrazio la comunità scientifica che affiancherà il parco in questa nuovo percorso che coinvolge università, Ispra, istituti di ricerca in un ambizioso progetto che punta a difendere habitat che oggi, anche in conseguenza dei cambiamenti climatici in atto, sono a rischio”.

Si tratta di una specie vegetale caratteristica di acque dolci poco profonde che verrebbe impiegata in zone in cui creare pozze protette nelle quali la specie potrebbe esplicare la sua potenzialità: “Il progetto si basa su approcci di ripristino ecologico più efficace di quelli sperimentati in passato per arrestare la perdita di biodiversità e di habitat di acqua dolce – spiega il biologo Rossano Bolpagni, referente del progetto per l’Università di Parma -, approcci che permettono di conservare le piante acquatiche autoctone, la vegetazione e il biota associato e questo è di primaria importanza per i corpi idrici italiani di pianura, che sono tra i più ricchi di biodiversità vegetale e di ecosistemi vulnerabili”.

“Una soluzione – prosegue Bolpagni – è offerta dalle acque sotterranee che possono fornire un approvvigionamento costante di acqua relativamente fredda e con pochi nutrienti agli ecosistemi acquatici superficiali. Soluzioni naturali che sono implementate nelle azioni pilota di questo progetto”.

Tra gli interventi anche la prosecuzione di attività che hanno per obiettivo il rispristino idrodinamico della riserva naturale delle Valli del Mincio.

Sono 10 i partner del team di progetto, che adotteranno un approccio multidisciplinare per la sua attuazione. Il programma si compone di numerose fasi: sviluppo di un database, test di crescita, di dare vita a una banca dei semi della specie individuata e a una plant nursery, lavori di riqualificazione nelle Valli e svolgimento dell’azione pilota nelle Valli Parco del Mincio (che assorbirà circa un quarto delle risorse richieste, ammontanti in totale a oltre 2 milioni di euro), monitoraggio, disseminazione e trasferibilità dei risultati.

Il progetto sarà coordinato dall’Università di Parma, da tempo attiva nel campo della gestione sostenibile delle risorse idriche e gli altri attori saranno il Parco del Mincio, le università di Milano, Bologna e Pisa, l’Accademia delle Scienze della Repubblica Ceca, l’ISPRA e le autorità di gestione dei parchi dell’Emilia-Romagna.