RSA Domus Pasotelli Romani. “I lavoratori sono perle preziose”

BOZZOLO –  I lavoratori della RSA Domus Pasotelli Romani di Bozzolo sono perle preziose. La nostra è una famiglia in cui ci si prende cura gli uni degli altri: tra noi lavoratori, con gli anziani ospiti e i loro familiari.

Così si esprime la OSS Virginia che volontariamente ha voluto dar espressione alla propria vena artistica nella creazione del logo della Fondazione OIC, che gestisce la struttura, presso il giardino della Domus: “Ogni cosa che facciamo la facciamo con amore e devozione, questa opera che abbiamo deciso di fare è stata pensata per collegare tutte quelle persone che hanno perso la vita per il Covid ma anche perché noi del personale apparteniamo ad una grande famiglia. E’ stato un onore fare questo logo per tutti noi dell’OIC sia ospiti che personale”.

Siamo fragili tra i fragili. Proprio da questo presupposto viviamo il nostro lavoro con passione e dedizione non tanto perché è giusto o perché i principi morali ce lo impongono quanto perché sentiamo dentro di noi che risiede in ciò il vero senso del nostro esistere, ossia su come viviamo il nostro quotidiano.

In ogni casa in cui ci si vuole bene ci si prende cura di se stessi, gli uni degli altri, dell’ambiente di vita (anche della pulizia e della bellezza dei luoghi) proprio perché si sta parlando della propria casa.

Ecco che i nostri operatori mettono in pratica la propria professionalità per le cure assistenziali ed alberghiere ma anche le proprie passioni per poter dare quel plus che solo il rapporto amorevole riesce a garantire.

In tal senso abbiamo nel tempo avuto tra il personale chi ha raccontato barzellette agli ospiti, chi si è offerto di tagliare i capelli quando il parrucchiere non poteva accedere in struttura, chi ha truccato le nostre anziane donne mettendo smalto e rossetto, chi ha raccolto i fiori del giardino per riporli sui comodini degli ospiti, e chi (come dalle foto) ha messo a disposizione la propria passione per l’arte realizzando corsi di pittura financo a creare nel cortile della nostra residenza il logo della nostra Fondazione coniugando l’arte alla voglia di poter esprimere la propria appartenenza a questa grande famiglia.

Perché se si appartiene a qualcosa di importante in un mondo che spinge verso l’individualismo ci si rende subito conto che il proprio animo è fatto per fare comunità, per interessarsi a chi si sta vicino, di sapere che c’è qualcuno che ci chiede come stiamo.

Così un luogo in cui ci si prende cura diventa un luogo in cui qualcuno ci prende in cura e da questa forza amorevole la comunità progredisce attraverso l’affermazione del singolo in rapporto agli altri.

In un periodo difficile per tutti, che ha visto appesantire la quotidianità di ognuno di noi in tutti gli ambiti di vita, avere l’opportunità di poter osservare la bellezza dei gesti di cura offerti ai nostri anziani è motivo di speranza in un’umanità migliore e ci aiuta a portare avanti con impegno anche i compiti affidati.

I nostri nonni, grazie al nostro personale, hanno una qualità della vita nel rispetto della propria dignità che è il riflesso della nostra dignità perché una persona che ha dignità può trattare l’altro, e i più deboli in particolare, solo con dignità ricentrando la persona al centro della nostra azione.

Benedette dal Signore sono le mani che si occupano della fragilità.