Scuole chiuse ma non per i figli dei lavoratori essenziali. La norma non specifica quali, i presidi chiedono chiarezza

A Mantova oggi ultimo giorno di scuola. Figliuolo:

MANTOVA – Due giorni fa nell’incontro tra dirigenti scolastici della provincia per l’organizzazione della didattica dopo l’ingresso in zona arancione rafforzato e la chiusura delle scuole è stato uno dei temi più discussi. E a giudicare da quanto riportano le testate giornalistiche il problema è all’ordine del giorno in tutta italia: quello dei tanti genitori che stanno rivendicando l’eccezione contemplata nel Dpcm e chiedono di poter mandare il proprio figlio in classe, in quanto lavoratori essenziali. Questo starebbe accadendo soprattutto per la scuole materne e elementari, meno per le medie.
Il punto è: quali sono i lavoratori essenziali? E, in quanto tali, chi può beneficiare del servizio scolastico in presenza per i propri figli?
Una nota del ministero collegata all’ultimo Dpcm ha chiarito che viene garantita la frequenza scolastica in presenza degli alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione, nell’ambito di specifiche, espresse e motivate richieste e anche in ragione dell’età anagrafica.
Si dà per certo che tra i lavoratori essenziali rientrino il personale sanitario (medici, infermieri, oss) in prima linea nella cura e nel contrasto al Covid-19 e il personale sanitario delle Rsa. Gli altri dovrebbero essere le forze dell’ordine e il personale scolastico impegnato nelle attività in presenza ma qui iniziano le interpretazioni contrastanti perchè allo stesso modo tra i lavoratori essenziali dovrebbero figurare coloro che operano negli esercizi che sono autorizzati a restare aperti, come supermercati, farmacie, edicole, aziende in attività e così via fino a chi lavora alle poste, nelle banche, insomma in tutte le attività che rimangono funzionanti.
Ma questo significherebbe che moltissimi alunni dovrebbero essere riaccettati in presenza in classe col serio rischio di vanificare gli obiettivi delle zone rosse o arancioni rafforzate per il contenimento del Covid. E poi per gli insegnanti diventa difficilissimo garantire contemporaneamente la didattica in presenza e quella a distanza.
Una nota dell’Ufficio scolastico regionale per la Lombardia, a firma del direttore generale Augusto Celada, sottolinea come vada garantita la frequenza scolastica in presenza degli alunni e studenti figli di personale sanitario o di altre categorie di lavoratori, le cui prestazioni siano ritenute indispensabili per la garanzia dei bisogni essenziali della popolazione. Anche in questo caso non viene però specificato quali. Al momento il problema è tutto in capo ai presidi che vogliono al più presto avere indicazioni chiare dagli Uffici scolastici territoriali. In alcune province si sono interpellate addirittura le prefetture. 
Intanto le famiglie continuano ad aspettare che venga rinnovata la norma che prevede i congedi parentali Covid scaduta il 31 dicembre scorso. E’ stata promessa dal governo (vedi: Elena Bonetti: “I voucher baby sitter saranno retroattivi” ma al momento non c’è nulla mentre bambini e ragazzi sono già a casa con la didattica a distanza. E domani, lunedì, i problemi si ripresenteranno puntuali anche per tantissime famiglie mantovane.