MANTOVA – Il segno artistico di Pieter Paul Rubens non si è limitato semplicemente alla pittura. La sua genialità ha trovato espressione anche nell’incisione su rame a bulino. Pubblicò infatti molte stampe dai propri dipinti, lavorando in stretta collaborazione con gli incisori attraverso disegni preparatori e stampe di prova che riportano suoi suggerimenti e correzioni.
Ed è proprio alle incisioni sacre riprese da opere dell’artista fiammingo che è dedicata la mostra “Nel segno di Pieter Paul Rubens” opere dalla Collezione de Il Cartiglio Mantovano Editore, curata da Monica Bianchi, e allestita nella Basilica di Sant’Andrea nella Sacrestia del Preziosissimo Sangue (Cappella dell’Immacolata). L’esposizione, che gode del patrocinio della Basilica di Sant’Andrea, sarà inaugurata giovedì 7 dicembre alle ore 11,30 e sarà aperta fino al 7 gennaio ogni mercoledì, venerdì, sabato e domenica dalle 15 alle 17, a Natale e Santo Stefano dalle 15 alle 18.
“Già dal 1602 Rubens pensava al bulino, ma fu solo rientrando dall’Italia, alla fine del 1608, che impostò uno stile volto a rispecchiare le gradazioni dei colori, i passaggi di luce e delle ombre, le vibrazioni della materia pittorica. In definitiva puntava alla realizzazione del colore nel bianco nero per le sue “pubblicità d’Artista” che venivano agevolmente diffuse presso le Corti e la borghesia, preoccupandosi di proteggere il proprio lavoro in base ai privilegi di vendita previsti dalle autorità dell’epoca in una sorta di moderno copyright – si legge nella presentazione della mostra – Possiamo vedere tutto questo nel percorso espositivo delle impressioni a bulino nella Basilica di Sant’Andrea. I temi ripresi da dipinti rubensiani, alcuni ormai introvabili, riguardano la Vita di Cristo e dei Santi. Una sezione è stata dedicata alle incisioni degli allievi non più sotto la guida diretta del Maestro fiammingo; pur subendone l’influenza non sono riusciti a raggiugere lo stesso livello di qualità. Eccezione fatta per Jacob Jordaens e Anton Van Dijck che chiude la mostra nella scenografica Crocifissione con Vergine e Santi tra i quali spicca uno strepitoso San Longino”.
In tutto si tratta di 23 incisioni che vanno dall’inizio del 1600 alle metà del 1800.
La tecnica utilizzata dagli incisori di Pieter Paul Rubens è quella di incidere il rame con il
bulino, una sottile e affilata asta d’acciaio infissa in un manico di legno. L’antico delle incisioni sacre proposte si incontra poi con un ulteriore percorso espositivo estremamente innovativo.
Grazie all’intervento di Fabio Castagna (GlobalMedia), la mostra avrà il supporto della
Realtà Aumentata. Attraverso la scansione dei QRcode posizionati sulle stampe,
senza alcuna installazione ma semplicemente con il collegamento a internet,
sarà possibile visualizzare, puntando il proprio smartphone sulle incisioni esposte,
alcune delle opere originali di Pieter Paul Rubens, tuttora conservate nelle Gallerie internazionali