Riso: campagna positiva, spaventa il boom dei costi

MANTOVA – La siccità spaventa e rappresenta un motivo di incertezza nelle settimane più critiche della torrida estate italiana. Eppure, rileva Coldiretti Mantova, non è l’unica incognita per il riso coltivato sul territorio provinciale, quei circa 1.100 ettari che rappresentano poco più dell’1,2% della superficie risicola lombarda, principalmente dislocata nel lembo di territorio che guarda verso il Piemonte.

A pesare sulla campagna 2022 saranno le variabili impazzite dei rincari, che rispetto allo scorso anno si stanno collocando su valori decisamente più elevati. Ma nel complesso, per le premesse di una primavera e un’estate in assenza di precipitazioni e con le difficoltà di gestione delle risorse idriche, poteva andare peggio. Le aspettative del raccolto, a una settimana circa dall’ingresso delle mietitrebbie, indicano una sostanziale stabilità produttiva rispetto allo scorso anno.

Ne è convinto Francesco Parise, che coltiva circa 24 ettari a Porto Mantovano e che si appresta a raccogliere verso la metà della prossima settimana. “Dovremmo arrivare a raccogliere sui 60 quintali per ettaro – auspica – anche se la resa effettiva si conoscerà solamente dopo la pilatura. Il prodotto in campo è sano e la qualità sembra ottima, grazie anche alla disponibilità di acqua, in un’annata decisamente complessa”.

Se l’aspettativa è elevata, purtroppo “i costi di produzioni oscilleranno intorno ai 600-900 euro all’ettaro in più rispetto all’anno scorso, per effetto di aumenti generalizzati dalle sementi all’energia, necessaria per l’essiccazione del prodotto”.

In questa fase è presto per le quotazioni stagionali, ma l’ipotesi è che, soprattutto per il calo marcato delle produzioni in Piemonte e Lombardia Orientale, dove la mancanza di acqua si è fatta sentire, i listini si collochino su valori più alti rispetto all’annata precedente, riuscendo forse a coprire le maggiori spese che le imprese agricole hanno dovuto sostenere.

“La pianta sta ultimando la maturazione in campo, ma finora siamo soddisfatti – afferma Nicola Valli, produttore di San Giorgio -. Il prodotto è sano, aspetto fondamentale per sperare in risultati positivi in chiave di raccolta. Sicuramente dovremo fare i conti con gli aumenti di tutte le voci legate alla produzione, alla trasformazione e alla vendita. Quest’anno costerà di più persino il confezionamento, visto il boom dei prezzi della plastica e dell’energia”.

“Temo che saranno inevitabili gli aumenti dei prezzi in fase di vendita”, anticipa Andrea Casarotti, risicoltore di Canedole, dove gestisce anche la vendita diretta. Fra una decina di giorni procederà con la raccolta. “Difficile sbilanciarsi, ma stimiamo di arrivare sui 60-70 quintali a ettaro un risultato soddisfacente”.