MANTOVA – La Commissione Unica Nazionale che rileva i prezzi dei suini grassi da macello svolge una funzione insostituibile, ma deve essere effettivamente in grado di interpretare l’andamento del mercato e tradurlo in un riferimento; in caso contrario, non assolve correttamente alla propria funzione. Per questi motivi Coldiretti ha chiesto una deroga temporanea al regolamento di funzionamento della Cun, così da poter operare in linea con l’evoluzione reale del mercato”.
Così Coldiretti interviene in merito al mercato dei suini grassi da macello, indispensabile per le grandi Dop della salumeria italiana di qualità, affinché il mercato prenda atto della situazione di grave e straordinaria crisi che colpisce gli allevamenti, la più grave degli ultimi 50 anni, con i produttori stritolati da aumenti esponenziali dei costi di produzione.
Allo stesso tempo, i principali mercati europei (Francia e Germania) hanno registrato aumenti sostanziali del prezzo dei suini nell’ordine di 20-25 centesimi al chilogrammo. Rialzi significativi, che in Italia non possono essere applicati.
Il regolamento della Cun dei suini grassi da macello, infatti, vieta quotazioni di mercato superiori (o inferiori) di 5 centesimi al chilogrammo rispetto al valore settimanale precedente.
“La richiesta di Coldiretti è di derogare temporaneamente a tale vincolo normativo, proprio alla luce della situazione anomala di mercato, che sta mettendo sotto pressione gli allevatori. I listini attuali, inoltre, non rispetterebbero la normativa contro le pratiche sleali, che prevede di non vendere a prezzi inferiori ai costi di produzione”.
Un mancato allineamento in tempi brevissimi delle mercuriali alla situazione effettiva di mercato rischierebbe di mandare in default una filiera che vale oltre 20 miliardi di euro e vanta produzioni tipiche riconosciute a livello internazionale, a partire dai grandi prosciutti Dop di Parma e San Daniele, evidenzia Coldiretti.