A Moglia non si suona “Bella Ciao”, parte del Pd insorge. 25 aprile ancora senza unità

MOGLIA – Ogni anno la storia si ripete con protagonista “Bella Ciao”, la canzone conosciuta come inno partigiano per antonomasia anche se ormai sembra certo che i partigiani non la cantassero proprio. La sua prima traccia documentale come testo risalirebbe infatti al 1953 mentre la musica affonderebbe le sue radici addirittura all’ottocento ma legata ad altri contesti.
Poco importa perchè “Bella Ciao”, tradotta in oltre quaranta lingue è diventata con il tempo l’inno di coloro che rivendicano ovunque la libertà contro l’oppressione. Dovrebbe essere dunque una canzone che “unisce” e invece in Italia continua a essere il brano più divisivo in assoluto, e le divisioni tornano in auge solitamente proprio con il 25 aprile.
Quest’anno è accaduto in più parti del Paese e, nel Mantovano, in quel di Moglia, dove il sindaco Claudio Bavutti, in occasione delle celebrazioni per l’anniversario della Liberazione, ha chiesto alla locale Banda “G.Verdi” di suonare solo l’Inno di Mameli.
Il primo cittadino dichiara che lo ha fatto “proprio perchè venisse suonata una musica che potesse unire tutti” e ci tiene a sottolineare che non vuole entrare nella spirale delle polemiche.
Non ci stanno però i rappresentanti del Pd del Gruppo coordinamento Elly Schlein Mantova che in una nota dichiarano: “Se il primo cittadino di una comunità decide di non far suonare Bella Ciao durante la commemorazione del 25 Aprile significa non aver alcun rispetto di chi ha sacrificato la propria vita per la nostra libertà, quella liberà di cui lo stesso sindaco oggi gode. E’ incomprensibile e paradossale l’atteggiamento assunto dal sindaco Bavutti di Moglia per un po’ di visibilità politica. Bella Ciao è l’inno alla libertà riconosciuto da tutto il mondo. Il presidente Mattarella dice:” Il frutto del 25 Aprile è la Costituzione” Elly Schlein : “Chi fa politica deve onorare la memoria del sacrificio di chi ha contribuito alla liberazione, non solo onorare quella memoria e quel sacrificio ma anche proiettarlo nel presente e nel futuro. Lo stesso sindaco è stato eletto dai cittadini, eletto grazie alla democrazia. Sicuramente la sua scelta non cambierà la nostra Carta Costituzionale, il suo è stato solo il tentativo di impoverire la comunità che rappresenta. Una visione piuttosto limitata per chi invece dovrebbe guardare al futuro di una comunità”.
Insomma anche quest’anno pure nel Mantovano non mancano le polemiche intorno a “Bella Ciao” che un anno fa avevano invece visto Medole come teatro.
Rimane la speranza che possa arrivare presto un 25 aprile senza divisioni e polemiche di sorta perchè questa data è un patrimonio di tutti gli italiani. E, per quanto riguarda “Bella Ciao”, chissà quanti mantovani sanno che fu proprio una mantovana, Giovanna Daffini di Villa Saviola (Motteggiana) a portarla a un successo mondiale negli anni sessanta proponendola però nella versione cantata dalle mondine a lungo considerata (anche se probabilmente a torto) antecedente alla Seconda Guerra Mondiale. E per chi, tanto a sinistra che a destra, pensa che la canzone rappresenti solo una parte politica sappia che sulle note di Bella Ciao si chiuse anche il congresso della Dc nel 1976 che elesse segretario Benigno Zaccagnini. Forse proprio la storia aiuterebbe a superare tante divisioni e ad avere finalmente un 25 aprile festa di tutti gli italiani che credono nei valori della libertà e della democrazia.