VIADANA – Oggi, nella triste ricorrenza del secondo anniversario della guerra in Ucraina, l’Anpi Viadana e Tavola della pace Oglio Po propongono una riflessione in merito.
“Nonostante tutte le dichiarazioni d’intenti, le invocazioni, le missioni di pace, le affermazioni di principio che si sono succedute anche da parte di personaggi autorevoli, incluso Papa Francesco, il 24 febbraio ci troviamo a ricordare con indignazione e costernazione il secondo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina, tuttora in corso, col suo atroce corredo di vittime civili e non solo, profonda e inutile sofferenza, devastazioni ambientali e crimini contro l’umanità. Dobbiamo purtroppo constatare con un certo sgomento che anche i media sembrano aver derubricato la guerra ad “ordinaria amministrazione”, superata in brutalità e cieca crudeltà dall’attacco del 7 ottobre scorso e dalla successiva rappresaglia contro civili inermi e bambini a Gaza, che fa registrare ogni giorno ulteriori regressioni della natura umana. Sorge spontaneo il ricordo della poesia di Quasimodo “Uomo del mio tempo” che suona purtroppo di sconcertante attualità, in particolare per queste parole:
“Sei ancora quello della pietra e della fionda,
uomo del mio tempo. Eri nella carlinga,
con le ali maligne, le meridiane di morte,
t’ho visto – dentro il carro di fuoco, alle forche,
alle ruote di tortura. T’ho visto: eri tu,
con la tua scienza esatta persuasa allo sterminio,
senza amore, senza Cristo. Hai ucciso ancora,
come sempre, come uccisero i padri, come uccisero
gli animali che ti videro per la prima volta.”
Anpi Viadana e Tavola della pace Oglio Po esprimono concordi il loro sdegno per l’indifferenza dei belligeranti alla sofferenza di migliaia di cittadini tenuti in ostaggio da interessi inconfessabili che purtroppo comprometteranno l’esistenza dei superstiti per chissà quanti anni e per quante generazioni, sia per le conseguenze fisiche e psicologiche che per l’inquinamento ambientale, le mine sepolte e le radiazioni da uranio impoverito.
È giunto il momento di ESIGERE il CESSATE IL FUOCO, in Ucraina, in Palestina e in tutti gli scenari di guerra che al momento, nel mondo, sono 59. È giunto il momento di fermare la follia di tutte le guerre: “avventure senza ritorno”, “inutili stragi” e distruzioni del Pianeta, causa di immense tragedie.
Cosa possiamo fare quindi noi semplici cittadini, per contrastare questa follia e recuperare la nostra umanità, senza lasciarci condizionare dal pensiero bellicista che pervade la nostra società e rende la guerra l’unica opzione possibile in caso di conflitto?
È urgente invertire il noto proverbio “si vis pacem para bellum” con “se vuoi la pace, prepara la pace”: impariamo a gestire il nostro tempo, competenze e capacità in modo costruttivo: dedicare alla pace e ai suoi sviluppi lo stesso tempo che dedichiamo alla guerra e ai suoi strumenti; nella famiglia, nel quartiere, nella città in cui abitiamo.
La spesa per eserciti e armamenti ha raggiunto, nel mondo, livelli mai visti. La conseguenza è la diminuzione della spesa per garantire sanità, istruzione, acqua, cibo e un lavoro dignitoso a miliardi di esseri umani. La guerra non solo uccide e distrugge, ma alimenta miseria, ingiustizia e odio, a loro volta causa di altri conflitti. Il monito di don Primo Mazzolari è più attuale che mai: “chi pensa di difendere con la guerra la libertà, si troverà in un mondo senza nessuna libertà. Chi pensa di difendere con la guerra la giustizia, si troverà con un mondo che avrà perduto perfino l’idea e la passione della giustizia”.